Alla sorgente dell’amore!

Cari amici!

Oggi festeggiamo Santa Teresa di Lisieux! La nostra “patrona” del percorso “Tra le braccia”, quei 9 mesi “fuori dall’utero” per (ri)scoprire la propria vocazione e il proprio essere membra del Corpo vivo di Cristo!

Perciò, in questa occasione, desideriamo condividervi alcune parole, della sua storia e nostre, per raccontarvi di quel “filo rosso” che unisce Teresina, la nostra nuova nata Gemma e il percorso! Un invito continuo a farci piccoli, neonati, bisognosi, desiderosi soltanto dell’unica scienza: quella dell’Amore! Buona lettura!

Pancia della mamma con bimbo: disegno di Diletta, Gennaio 2022, appena prima di sapere dell’arrivo di Gemma! La sapienza dei bambini!

Confidenza e abbandono: sono le parole chiave della santità di Teresa di Lisieux. Si sentiva una bimba piccola portata in braccio dal Papà e come tutti i bimbi confidava totalmente in Lui e si abbandonava senza resistenze. (Pane Quotidiano, Settembre-Ottobre 2022)

Da “Storia di un’anima“, Teresa di Lisieux:

Gesù mi istruisce nel segreto; non per mezzo di libri, perché non comprendo ciò che leggo, ma piuttosto con una parola come questa, che viene a consolarmi nel mezzo dell’orazione (dopo essere rimasta nel silenzio e nell’aridità): “Ecco il maestro che ti do: egli ti insegnerà tutto quello che devi fare. Voglio farti leggere nel libro della vita, dove è contenuta la scienza dell’Amore“. La scienza dell’Amore, oh sì! Questa parola risuona dolcemente all’orecchio della mia anima, non desidero che questa scienza.

Reliquia Santa Teresina, Convento di Santa Maria degli Angeli, Lagonegro, Basilicata

Questo cammino è l’abbandono del bimbo piccolo che si addormenta senza paura nelle braccia di suo Padre… “Se qualcuno è umile venga a me” (Prv 9, 4), ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone e questo stesso Spirito d’Amore ha detto ancora che “la misericordia è accordata ai piccoli” (Sap 6, 7). Nel suo nome, il profeta Isaia ci rivela che nell’ultimo giorno “il Signore condurrà il Suo gregge al pascolo, radunerà gli agnellini e li stringerà al petto” (Is 40, 11) e, come se tutte queste promesse non bastassero, lo stesso profeta, il cui sguardo ispirato già si immergeva nelle profondità eterne, esclamò a nome del Signore: “Come una madre accarezza il suo bambino, così vi consolerò, vi porterò al mio petto e vi accarezzerò sulle mie ginocchia” (Is 66, 13.12).

Durante l’orazione, dato che i miei desideri mi facevano patire un vero martirio, aprii le lettere di San Paolo per cercare una qualche risposta. Mi caddero sotto gli occhi i capitoli XII e XIII della prima lettera ai Corinzi… Nel primo, lessi che non tutti possono essere apostoli, profeti, dottori, eccetera…, che la Chiesa è composta da molte membra e che l’occhio non potrebbe essere al tempo stesso la mano (1Cor 12). La risposta era chiara ma non appagava i miei desideri, non mi dava la pace… come Maddalena, che si abbassava ripetutamente vicino alla tomba vuota finì col trovare quello che cercava (Gv 20, 11-18), così, abbassandomi fino alle profondità del mio nulla mi elevano così in alto che riuscii a raggiungere la mia meta… Senza scoraggiarmi continuai la mia lettura e mi illuminò questa frase: “Cercate con ardore i doni più perfetti, ma io vi mostrerò una via ancora più eccellente” (1Cor 12, 31). E l’apostolo spiega come i doni più perfetti sono un nulla senza l’Amore…, che la Carità è la via per eccellenza che conduce di sicuro a Dio. Finalmente avevo trovato riposo… Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in nessuna delle membra descritte da San Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutte… Ma la Carità mi diede la chiave della mia vocazione. Compresi che se la Chiesa aveva un corpo, composto da varie membra, non le mancava la più necessaria, la più nobile di tutte. Compresi che la Chiesa aveva un Cuore, e che questo Cuore bruciava d’Amore. Compresi che soltanto l’Amore faceva agire le membra della Chiesa, che se l’Amore si fosse spento, gli Apostoli non avrebbero più annunciato il Vangelo, i Martiri si sarebbero rifiutati di versare il loro sangue… Compresi che l’Amore racchiudeva tutte le Vocazioni, che l’Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi… in una parola, che è Eterno!

Mamma Mery e Gemma Teresa

Come un uovo

Un tempo lento
Attesa.
Un guizzo di emozione.
Attesa.
Dov’è il mio posto adesso?
Attesa.
Qui, ora, ancorata a me stessa,
ancorata a te
il presente e il futuro,
la pienezza e il passato maturo.

Madre è
custodire una bellezza unica.
Madre è
lasciarla andare.
Seguire il tuo passo,
abbandonare il mio porto,
tuffarmi insieme a te
nel mare più a est.

Si nasce nudi.
Si partorisce nudi.
Ma non è solo la pelle ad essere scoperta,
sono i gusci dell’anima a dover cadere,
uno per uno si frantumano
si sgretolano
svelano la carne delle cose
l’essenza dell’anima
la bambina e la donna
la figlia e la madre.

Tu oggi sei le mie radici
Tu virgulto posato nel grembo
Cosa attendi?
Cosa attendo?
Un tempo maturo e misterioso
in cui la cascata si getta nel vuoto
in cui le ali si dispiegano in volo
in cui il futuro nasce presente
in cui il passato crea spazio a me e te
trasfigurate, trasformate
sempre noi,
ma non più.
Questa è magia, meraviglia, alterità
paura, trepidazione, possibilità.

E io sto qui e danzo
fra ciò che sono e ció che sarò,
fra chi sto diventando
e quello che non so.
La direzione è decisa
L’emozione traballa
La testa frulla
Il corpo attende se stesso.

Gusci,
tutta questione di strati.
Togliere i vecchi
per indossare i nuovi,
bruciare gli strappi e i rovi,
scendere nel profondo
alla sorgente dell’amore
alle radici del dono,
perché nuove fronde fra i rami ombrosi
possano accompagnare
alla rinascita
la vita.

Mery

Papà Lele e Gemma Teresa

Tu sei Gemma.
Gemma Teresa.
Quella piccola bambina di Lisieux,
ce lo aveva detto.
Ci guardava,
ci osservava,
ci scrutava,
in quella piccola cappella,
in Basilicata,
a Novembre 2021.

Già.
Proprio in quei giorni uggiosi,
nei quali, immersi nel silenzio del convento, stavamo consegnando tutto a Gesù.
Tutto.

Proprio quando la vedova al tempio,
che dona le sue uniche due monetine,
ci stava facendo
da esempio,
da provocazione,
da compagna.
Proprio in quei giorni.
Giorni lenti,
giorni di attesa,
giorni di buio.
Ce lo aveva già detto.
Non erano forse già quelli
giorni “gravidi”?

Gravidi di domande,
gravidi di sogni,
gravidi di te.

Tu sei Gemma,
E già lì c’eri.
Ti sei presentata nel giorno del compleanno di tuo fratello Samu…
Ma già là, c’eri.

Ci hai insegnato l’attesa,
la pazienza,
la perseveranza.
Ci hai insegnato ad osare,
a sognare,
ad amare.
Ci hai insegnato Teresa.
Ci hai portato più in là.
Alla sorgente dell’amore!

Lele

Gemma Teresa

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