Compiacenza e perdono

Leggendo “Maria, dalla quale è nato il Cristo” di Giovanni M. Luisetto, sono rimasto colpito da un passaggio nel quale l’autore descrive l’amore. Mi è arrivata tutta la densità delle sue parole, ho proprio pensato “questo è da estrapolare e meditarlo con calma, sembra quasi un altro inno all’Amore come quello di San Paolo”. E così, riscrivendolo a parte, mi sono accorto che era suddivisibile in 10 parti…ma guarda un pò! Una per ogni tappa dei nostri 9 mesi!
E allora oggi vorrei condividere con voi la prima parte e quello che mi ha suscitato meditandola…

“È amore tutto ciò che suscita compiacenza nelle anime cui è prodigato, ma è un peso leggiadro di misericordia se suscita rimorso nei cuori in cui si adagia.”

L’ho dovuta rileggere tantissime volte prima di entrarci un minimo dentro.
Domenica scorsa la liturgia ci ha portato a un tema fondamentale per la vita cristiana (e non solo) ma molto difficile per noi uomini da incarnare: il pentimento. Nel Vangelo compie la volontà di Dio il figlio che si pente, che riconosce di aver detto di no a parole e con i fatti si converte, “corregge il tiro”. Perché? Perché riconosce che la vita piena sta là dove lo chiamava il Padre!
Si è preso la libertà di dire di no e poi, sulla propria pelle, ha sperimentato essere la scelta sbagliata, ha toccato con mano che il suo vero bene era dire di sì.
Stiamo percorrendo la nostra prima tappa del percorso “Come ama il tuo cuore?”, che vuole andare ad approfondire il tema vocazionale e, soprattutto, a calarlo nella realtà di ognuno di noi!

Qual è la mia precisa chiamata? Ovvero, dove porto davvero frutto? Dove spendo i miei migliori talenti, cioè quelle Grazie ricevute dal Signore? È la domanda delle domande, quella che ognuno almeno una volta nella vita si è fatto, dalle piccole alle grandi scelte, chiedersi dove andare, cosa fare, perché!! Nessuno è esente, perché abbiamo tutti bisogno di una mèta, un senso, una chiamata. Perciò, tutt’altro che semplice rispondere!!
Perché non si tratta di scegliere solo tra bene e male, ma tra bene e meglio! Scegliere il “più amore”! Ecco che allora questo racconto del Vangelo di Domenica ci interpella rispetto a questo inizio di percorso. Nel modo di rispondere e successivamente di agire del secondo figlio ci si potrebbe riassumere tutta l’arte del discernimento!
Lui ha il coraggio di dire di no! È libero! Ma noi abbiamo il coraggio di dire di no davanti a delle proposte, senza girarci troppo intorno con delle scuse? Ecco un punto chiave della volontà di Dio: davanti ad essa PUOI SEMPRE DIRE DI NO! Se davanti a una strada non ti senti libero di dire di no, occhio! Diffida! Dio non è mai dove non c’è libertà, perché il Suo Amore lascia sempre liberi!
Ma attenzione anche a un’altra cosa. Questo non significa che non sia davvero la Sua Volontà! Sei tu che dici di no, ma invece Dio potrebbe essere proprio lì! E infatti, questo figlio ci insegna proprio questo, nell’azione seguente. Si pente e va nella vigna!

“Il pentimento è anzitutto quel dono del discernimento del cuore che permette di compiere la cosa giusta ed è il dono che vogliamo chiedere alla grazia di Dio.” (Don Tiberio Cantaboni)

Qual è lo scopo, il fine del pentimento? Andare verso la cosa giusta!! E cos’è giusto? Cos’è la giustizia per Dio? È fare la Sua Volontà! Giuseppe, papà di Gesù, perché è definito “uomo giusto”? Perché adempie totalmente alla volontà del Padre, nonostante le sue paure, la sua volontà di ripudiare inizialmente Maria, la sua “non voglia” di stare al messaggio dell’angelo Gabriele. Non ne capiva il senso, anche lui ha detto il suo “no”…ma poi, si è convertito! È quella la strada per il Cielo: cambiare condotta dopo che l’hai riconosciuta sbagliata. Alla radice del “non farlo” ci sta sempre l’orgoglio, il voler fare da sé, decidere da soli il proprio vero bene…mangiare l’albero della conoscenza del bene e del male!

Ma torniamo, allora, alla parte iniziale, quell'”inno all’amore” di cui vi ho parlato…
Cosa c’entra con tutto questo discorso?
Come ama il tuo cuore? Cioè, dove puoi dire di amare davvero, di incontrare il vero amore? Là dove senti compiacenza, una soddisfazione intima per ciò che sei e ciò che ricevi! Quei figli perché mai dovrebbero andare nella vigna? Perché sperimentano l’intima soddisfazione di una relazione con quel padrone…si sentono chiamati, per nome! L’amore chiama e ti fa sentire qualcuno! Noi faremmo di tutto per sentirci qualcuno, e ci sfoghiamo sulla autodeterminazione, sul protagonismo, sugli applausi, sui likes…quando c’è un Padre che è già lì che ti applaude, che ti sorride, che ti fa l’occhiolino, che ti elogia…solo per il fatto che esisti! Perché ti ha creato Lui! Non sei qualcuno perché fai qualcosa, ma perché sei e basta!! Allora è amore ciò che ti fa sentire questa intima unione con quello sguardo d’amore che non ha pari e non ha prezzo. Sentendolo, sperimentandolo, diventa un peso leggiadro di misericordia se suscita nel tuo cuore rimorso. Cosa significa? Proprio tutta questa “storia” del pentimento! Cioè, se ho la Grazia di sperimentare questo Amore che non ha misura, prima mi stupisco, non ci credo, ho un misto di gioia, commozione, incredulità…e poi, mi piomba addosso la mia nullità.

“Allontanati da me, perché sono un peccatore.” dice Pietro a Gesù dopo la pesca miracolosa. Cioè, riconosci di essere investito del vero amore quando questo ti avvolge nella compiacenza e ti fa piegare le ginocchia perché ti fa da specchio al tuo peccato. E la Buona Notizia dove sta? Che è un peso leggiadro!! Noi troppo spesso abbiamo rimorsi, sensi di colpa, ci guardiamo indietro, vediamo tutti gli errori fatti, li vediamo anche nel presente, pecchiamo ogni giorno e ci abbuffiamo di un sacco di roba pur di non vedere, di coprire, di camuffare…perché fa troppo male vedere in quanta cacca (scusate) navighiamo ogni giorno. E invece con Dio non è così! Il Suo amore non è questo! Il Suo Amore, quello vero, ti fa sentire il peso del tuo peccato ma in modo liberante!! Pietro, quando si butta a terra così davanti a Gesù, versa lacrime di liberazione, non di disperazione!! Gesù viene per liberarci, non per condannarci! Allora quando facciamo discernimento e quando vogliamo scorgere dove sta il vero amore, da ricevere e da donare, stiamo lontani da quelle vie che ci sanno di zavorra sulle spalle, quei pesi che non riusciamo a portare, perché non è lì Gesù! Cambia sguardo! “Il mio giogo è dolce, e il mio peso, leggero”. Quello è!

E vengo alla conclusione, che c’entra con la festa di oggi: Beata Vergine Maria del Rosario. Ormai, l’avete capito, batto il chiodo lì: il nucleo centrale di questo primo mese dei 9 mesi è…restare. Saper guardare la propria storia, entrarci dentro, serbare nel cuore, come Maria. Per? Riconoscersi peccatori, fragili, bisognosi di conversione, di cambiare condotta, di andare verso una rinascita che “non ci appartiene”, che è dono di Dio per noi e noi…non abbiamo voglia di prenderlo! Ecco, apriamo gli occhi su questa nostra infedeltà, piccolezza, mediocrità! Non c’è da nascondersi davanti al Padre…Lui ci conosce…perché girarci intorno? Perché mentire? Perché mascherare? Apri la porta del cuore, e fine! LasciaLo entrare, basta difenderti! Lasciati ferire! Questa è la vera libertà! Non temere!
Ed è qui che entra in gioco la preghiera del Rosario! Perché è quel tesoro che Maria ci ha consegnato per imparare a stare. La ripetizione, l’entrare passo passo nei misteri della vita di Gesù, il meditare con calma e pazienza imitando sua Madre….lasciamoci accompagnare dalla corona del Rosario dentro ai misteri di Cristo e a quei misteri che ha scritto anche dentro di noi, nella nostra vita, nel nostro corpo!

Vi aspettiamo Mercoledì 11 Ottobre per un nuovo episodio de “Il corpo per dire il Mistero”, alle 18.30 su Radio Maria e sui nostri canali, nel quale approfondiremo la preghiera del Rosario…con una proposta particolare per viverla ancora più a fondo!


Un forte abbraccio!
Lele

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