Articolo scritto in occasione della settimana mondiale dell’allattamento
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In questi giorni, dopo la nascita di Gemma, le nostre giornate sono impastate di stupore, fatica e lentezza. Siamo come il pane che, nascosto sotto un telo, lievita silenzioso, da ogni parte la pasta si gonfia, ma ancora non ha una forma, non sa come diventerà. C’è silenzio e caos. Paura e speranza. Incertezza e meraviglia.
Arrivano proprio PER NOI il Vangelo di ieri e di oggi.
“Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano”. E davanti a tutte le nostre intense e incasinate emozioni, una riflessione mi è balzata al cuore. Il latte materno. Sì, perché pensandoci bene è la migliore espressione di come il nostro Abbà ci ama oggi concretamente.
Non so se sai che il latte materno è un alimento specie-specifico: a ognuno il suo! C’è differenza fra quello umano e tutti gli altri, perché noi siamo molto diversi da tutti gli altri: nasciamo con un cervello estremamente immaturo che continuerà a crescere ed arricchirsi almeno per i primi 20 anni della nostra vita, in particolare raggiunge il 70% delle dimensioni finali a 2 anni; quindi, è prioritario favorirne lo sviluppo, prima di ogni altro organo del corpo. Ecco perché alcuni dei componenti prioritari del latte materno sono il lattosio e i grassi insaturi. Ma non solo! Il latte materno si modifica nel tempo, potremmo dire che è vivo: da colostro a latte di transizione a latte “maturo”, da quello della mattina a quello della sera, da quello zuccherino di inizio poppata a quello più grasso verso la fine. Cioè, praticamente, ogni volta che Gemma si attacca al seno riceve ciò di cui ha bisogno in quel momento, grazie ad un meraviglioso sistema di feedback fra me e lei.
Dove voglio arrivare? Le posso donare quello di cui ha bisogno nello specifico momento in cui me lo chiede. Il neonato non nasce con una tanica di latte in cui troviamo tutto quello che mangerà dalla prima all’ultima poppata (e grazie a Dio!)..ma, tramite il corpo della mamma, ha ad ogni poppata ciò di cui necessita, grazie, anche, a quella precedente e in preparazione a quella che verrà. Vedi insieme a me come è tutto sapientemente concatenato?
E questo continuo “aggiornamento” accade sempre, a seconda del momento della giornata, della salute del bambino, del suo peso alla nascita, della stagione, dell’età… eccoci servito il pane quotidiano! È solo per oggi, è la manna che adesso ci serve, è lo scorcio di Cielo di cui la nostra poca fede ha bisogno ora. Ieri non era lo stesso e domani sarà diverso.
E la parola di oggi ci illumina ancora di più: il neonato chiede, bussa, insiste. Richiama la mamma a curarsi di lui/lei. A volte non sa riconoscere il proprio bisogno, non comprende che prova fastidio perché il pannolino è bagnato, non sa che quei crampetti che sente sono il senso di fame e quel vuoto allo stomaco è la profonda necessità di stare a contatto, in relazione, al caldo. Non sa, ma chiede. Piange. E noi siamo il suo specchio. Così come Dio è lo specchio nostro e ci accoglie a braccia aperte, ricordandoci che è un Padre Buono. Che non si dimentica di noi. Che ci vede, ci sente, si prende cura, si interessa di noi. “Sono qui con te” sussurra. Anche se, come me in questi giorni, non sai cosa chiedere, non sai riconoscere di cosa hai profondamente bisogno. È tutta una questione di fede.
Prendiamo coscienza di questo e ricordiamoci del nostro Abbà. Abbandoniamoci nella sue braccia e lasciamoci “tirare su” da Lui. Impariamo a stare in braccio a Dio come un bambino sa stare in braccio, con fiducia, al suo papà.
Leggi anche l’articolo “Padre nostro che sei nel corpo!”
Buona settimana mondiale dell’allattamento! ♥️
Mery