“È amore vero quando in sé e nel cuore che lo vive trova pace un desiderio definitivo, ed è misericordia vera quando nel suo oggetto, cioè nel peccatore, suscita quello stesso desiderio.”
(Maria dalla quale è nato il Cristo, G.M. Luisetto)
Amici cari!
Chi non ha mai desiderato qualcosa di definitivo? Il nostro cuore vive per trovare “il proprio posto” e lo cerchiamo tutta la vita.
Il rischio qual è? Di sbagliare il mirino. E, purtroppo, sono più le volte che ci caschiamo.
Diamo al “definitivo” l’accezione “materiale”, un possesso che possa farci stare tranquilli e, finalmente, smettere di vivere nella precarietà.
Ma la domanda è: veramente il Signore ci chiama a quel definitivo? O piuttosto ha un altro volto?
No perché a me pare che di Gesù si dica che “non aveva dove posare il capo”…e mi pare anche che sia stato Lui a dirci di “non preoccuparci del domani”.
Eppure, il cuore umano ha una sete incredibile di questo definitivo.
Perché? Cos’è?Che valore ha nelle nostre scelte?
Ecco, effettivamente nei nostri percorsi parliamo di discernimento, di prendere la via che Dio ha pensato per noi, cioè mica tanto campare per campare.
La vocazione ha per forza il sapore del definitivo.
Mica scelgo pensando già di arrivare a cambiare tutto, un giorno. Fare una buona scelta significa “centrare il mirino”. La vita, poi, ci conduce qua e là, le situazioni cambiano, per carità…ma è il fondale che (dovrebbe) rimane stabile. Definitivo.
Nel percorso “Come ama il tuo cuore?” siamo ormai al termine della seconda tappa e siamo in preda alle domande.
Ma come posso arrivare al termine? Ma io non so come si fa a condurre questi 9 mesi…ma non sono capace…ma figurati se Dio vuole davvero abitare in me! Figurati se sono degno di una rinascita nel Suo nome! Figurati se davvero posso vivere da figlio amato e intraprendere la strada pensata per me!
Già. Dio Padre sogna per noi in grande, ci chiama a qualcosa di enorme, di definitivo, un amore “per sempre”…noi lo intravediamo, lo desideriamo, il nostro cuore batte forte al pensiero…eppure non ci crediamo. Restiamo nel materiale, nel nostro possesso, nel nostro conosciuto, nelle nostre possibilità. Cerchiamo una “nostra risposta” che sappia di definitivo, secondo i nostri schemi opportunistici…senza guardare a Lui.
No.
Questa seconda tappa, e tutto il primo trimestre, ci richiama alla conversione! Conversione dello sguardo, del cuore, della vita! A un pensiero, a un’idea, a un desiderio deve necessariamente seguire la vita! Io vivo la mia scelta, non soltanto la penso o la immagino o la preparo nei dettaglia. La devo vivere perché “un corpo mi hai dato per fare, o Dio, la Tua volontà”! È con il mio corpo che mostro dove sono, cosa penso, cosa voglio! Ed è con il mio corpo che io posso vivere quel definitivo!
Dove voglio arrivare? Proprio qui! Se stai domandando a Dio un lavoro a tempo indeterminato, una casa propria o qualsiasi altra “cosa” che ti sa di definitivo…fermati. E ascoltati. Perché il vero desiderio che ci sta sotto è di un Amore definitivo! Non di qualcosa, di un Amore!
Scegliere la propria vocazione non significa scegliere “qualcosa che farò per tutta la vita” ma “come voglio amare per tutta la vita”! E può venire soltanto in conseguenza di un Amore ricevuto! Soltanto se mi sento amato così da Dio, in modo definitivo, costi quel che costi (Gesù ha già pagato il prezzo: la croce), nonostante le mie infedeltà, i miei dubbi, il mio senso di inadeguatezza, tutto quello che volete…allora sì che potrò donarmi allo stesso modo! Mi dono nel modo in cui ho ricevuto il Dono: l’Amore di Dio! Dio stesso, in persona!
È quello che veramente cerchiamo, è quello il vero volto del definitivo a cui bramiamo: fare la Volonta del Padre, per sempre, pagando il prezzo come ha fatto Gesù!! Ogni giorno attendiamo quella pace nel cuore che viene dall’aver fatto la scelta migliore, quella proprio per me! La pace di esserti speso corpo e anima per una causa! La pace di esserti lasciato piantare i chiodi per amore! La pace di aver ricevuto un Amore che copre la moltitudine dei nostri peccati!
Allora sì, è vero, non mi sento santuario di Dio, non mi sento un corpo sacro, non mi sento gravido di Dio…ma oggi, con altri 7 mesi davanti di gravidanza, scelgo di crederci. Scelgo di amare per fede di un Amore che non è il mio. Scelgo la mèta della rinascita anche se oggi la sento ancora lontana.
Perché ci sarà. È una certezza.
Come la passione, morte e resurrezione di Cristo.
E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Rm 8, 17
Un abbraccio grande!
Lele