C’è il corpo e c’è la veste. C’è quello che siamo, tutto il nostro essere, la concretezza della nostra carne intrisa del nostro vissuto…e c’è quello che veste questa carne, la ricopre, ne segue i lineamenti.
Ecco, siamo proprio sicuri che ciò che indossiamo segue davvero i nostri lineamenti? Siamo sicuri che ciò che ci mettiamo addosso rispecchia ciò che c’è sotto?
Tante volte l’ho sentito dire e, in un certo senso, lo trovo vero, per esperienza personale: il vestito che ti metti è un’espressione di te. Non è vero che è uguale uguale uguale mettere una maglia piuttosto che un’altra. Pensaci bene. Poi, ovvio, si fa con quel che c’è e che si può…non sempre stiamo a guardare queste cose o ci vestiamo pensandoci sempre…però non siamo affezionati a quel paio di pantaloni come a un altro. E quel tal giorno non è vero che ho voglia di mettermi quelle scarpe come delle altre. La bilancia da qualche parte pende.
Perché questo discorso? Perché ci stiamo incamminando verso l’essere uomini a misura e statura di Cristo. Lui è il nostro modello…e per farlo, abbiamo visto la volta scorsa, dobbiamo essere capaci di scegliere cosa prendere con noi in questo viaggio e cosa lasciare.
Se è vero che guardiamo qualcuno con ammirazione o stima e ci lasciamo ispirare…allora dobbiamo cercare quella gente che ha saputo guardare a Gesù dritto dritto, senza sconti, senza mezze misure, che ha saputo metterlo al primo posto…e lasciarci insegnare. Per arrivare a Gesù, ci saranno bene delle tappe intermedie, o no? Ci sarà bene qualcuno che l’ha già fatto e che ci può far vedere che è possibile! Noi uomini abbiamo bisogno di concretezza, di vedere, come San Tommaso, che Cristo è davvero risorto, vive davvero in mezzo a noi e possiamo davvero vederlo nelle persone accanto a noi.
Andiamo allora a proseguire il nostro viaggio addentrandoci nella storia di uno degli uomini più importanti nella storia della nostra fede: Giuseppe, il re dei sogni. Lo possiamo conoscere al capitolo 37 della Genesi.
Per scrivere questo articolo mi sono lasciato ispirare dallo Spirito Santo leggendo la sua storia e delineando alcuni punti chiave di questo personaggio, che credo possano aiutarci nel nostro cammino. Ripeto che, come in tutte le altre tappe, scrivo e comunico quello che arriva a me personalmente, tramite la mia storia personale, quello che è passato e passa tramite il mio corpo, le mie percezioni, le mie risonanze, quello che sto vivendo oggi. Non è detto che valga per tutti ciò che riporto e, anzi, il mio invito è quello di aprire la Bibbia, leggere la Scrittura e i passi che vediamo insieme e lasciarsi ispirare nuovamente dallo Spirito, per la vostra vita personale e unica. Lo Spirito parla in modi diversi in ognuno. Il corpo di Cristo si mantiene vivo così! Ognuno per la propria parte. Spero che le domande che lancio possano essere un binario che aiuti!
Innanzitutto possiamo leggere come Giuseppe gode di una benedizione particolare dal padre. Possiede questa “veste dalle lunghe maniche”, segno dell’amore esclusivo e unico del padre per lui. Questa veste Giuseppe la porta, fiero, ma senza vanto, provocando già invidia nei suoi fratelli. Quando racconta dei suoi sogni, questa invidia cresce, e anche suo padre stesso lo prende per matto, rimproverandolo. Però qui notiamo una prima cosa interessante: Giuseppe non si smuove di una virgola. Nonostante la rabbia, l’invidia, l’essere preso per matto…lui annuncia ciò che deve annunciare e resta fermo. Ovvero, il messaggio che ci lancia, come uomini, è questo: sai stare fermo sulle tue intuizioni? Sai stare fermo sulle tue ispirazioni, idee, sensazioni vissute nel tuo intimo con Dio, proprio e soprattutto davanti alla derisione o alla rabbia altrui? Sai farti definire il cammino e ciò che devi essere e annunciare soltanto da Dio e non dagli uomini?
Il sogno normalmente è qualcosa che sfugge alla realtà concreta, a volte è talmente reale che spaventa, ma contiene sempre qualcosa che porta oltre. Non è tutto ragionevole, nel sogno. Anzi. Pare proprio pazzia o insensato, tante volte. Eppure, se ci pensiamo bene, oltre a essere uno strumento che Dio usa spesso nella Bibbia per comunicare ai profeti (ci viene in mente in primis Giuseppe, papà terreno di Gesù, che si muove sempre dopo i sogni), è anche uno strumento che, nei suoi tratti, ci parla della fede. Perché la fede è un po’ cosi: non tutto è ragionevole e basta. C’è una punta di follia, qualcosa che ti fa uscire dallo schema classico, senza rischi.
Che sogni hai, tu? Che sogni ha Dio per te? Cosa ti comunica nel tuo intimo? Che ispirazioni ti dà? Che cosa senti nel corpo quando vivi certe cose e quando ne vivi altre? Come senti che Dio ti parla? Il sogno è quella voce profonda, in te, che ti comunica qualcosa di estremamente vero. Parla in modo pazzesco di una Verità per te, per la tua vita. Ti parla di una vocazione tua specifica, ti accende ogni volta che la risenti, ti fa sentire al tuo posto. Senti con certezza che solo tu al mondo puoi portare quella roba lì. Dà senso alla tua esistenza. Sta dentro di te, questa voce. Riesci a sentirla? Sai ascoltarla? Sai accoglierla e proteggerla dagli assalti o sentimenti altrui? Sai mantenerla viva e seguirla, nonostante tutto?
Giuseppe lo fa, perché ha un rapporto con il Padre celeste, e quindi con sé stesso e il proprio corpo dove Lui abita, molto profondo. Lui sa chi è Suo Padre, lo sente, lo ascolta e lo segue. Questa è la vera preghiera e questa è la vera fede. Giuseppe narra i suoi sogni a padre e fratelli e, passatemelo, chissenefrega di cosa pensano. Lui narra. Punto. È la sua chiamata e sa che quei sogni andranno seguiti, a discapito del giudizio degli altri. Sa che lo porteranno a meta. Attenzione! Ripetiamo, lui ha un cuore purificato dalle tentazioni, ne è convinto perché ha confidenza con il Padre. Non è “segui il tuo cuore che andrà bene”. Stupidaggini. È segui il tuo cuore dove Lui ti ha parlato e ne senti quella pace inconfondibile. Sai che è la Sua voce. Ci vuole discernimento e preghiera. Tanto ascolto. Ma è per tutti! Ce la si fa!!
L’invidia dei fratelli li porterà a spogliarlo della veste dalle lunghe maniche e venderlo agli Ismaeliti. Della serie, buttiamo questa benedizione, simboleggiata dalla veste, perché ci dà troppo fastidio. E sbarazziamoci di lui. Però anche qui possiamo notare una cosa importante. La veste viene strappata, ma Giuseppe resta. Il suo corpo resta, venduto, ma resta. Il Signore si può servire di strumenti, simboli, oggetti o situazioni per elargire le Sue benedizioni…ma dove comunque resta e abita è nel nostro corpo, nella nostra carne. Giuseppe resta e continuerà a compiere la sua chiamata specifica.
I sentimenti che vengono dal Maligno, che vuole dividerci, vuole farci vedere sempre male gli altri, vuole distruggere l’opera di Dio che va avanti tramite noi e gli altri…hanno potere, ma non vinceranno mai su ciò che davvero abbiamo e che nessuno può toglierci: il nostro corpo. Possiamo essere maltrattati, sbattuti, spogliati, venduti…ma nulla può separarci dall’Amore di Cristo che abita in noi (Rm 8).
Giuseppe questo ce lo mostra in modo chiaro e netto. Fate di me ciò che volete, io resto con Dio e con quello che mi comunica nel mio intimo. E “il Signore fu con Giuseppe”, leggiamo al capitolo 39. Non ci piove, è con lui, fine. Ed è con questa vera benedizione che “a lui tutto riusciva bene”. È come ci racconta il Salmo 1, con il quale siamo partiti per questo percorso. O come ci ricorda anche il Salmo 126. Se uno sta con Dio allora fiorisce, se uno sta con Dio allora non fatica invano.
Tu sai stare con Dio? Qual’è quella “casa” che Lui costruisce con te? Qual’è quella strada che ti chiama a seguire e nella quale cammini senza faticare e portando frutto al cento per uno? E cosa, invece, è quel tuo progetto, quella tua aspirazione, quella tua casa che vuoi tanto costruire…ma per la quale tanto fatichi e tramite la quale porti poco frutto, non risplendi davvero della luce di Dio? Perché è quando segui il Signore che diventi “bello e attraente di aspetto”.
Andando avanti Giuseppe resiste alle tentazioni, a tutto quello che vogliono mettergli addosso o fargli credere che sia. Lui resiste davanti alla moglie del faraone, come abbiamo visto nel video di questa tappa. Lui protegge la sua chiamata e continua a guardare dritto a Cristo. Ancora una volta lascia che la veste se ne vada dal suo corpo…per salvare il suo corpo stesso.
Continua a rimanere vittima delle malvagità altrui, dei piani intrisi di male, delle bugie che gli altri si inventano per incastrare i figli di Dio. Ma, ancora, nulla gli impedirà di fare il bene.
Sai proteggere i tuoi sogni dagli attacchi esterni? Sai dire di no alle tentazioni che distraggono? Sai trovare sempre e comunque vie creative per portare avanti il progetto di bene che Dio ha su di te nonostante le catene, le prigioni e gli impedimenti esterni? Giuseppe saprà farsi santo anche e soprattutto in carcere, finito lì in modo ingiusto, tra l’altro. Nel tuo carcere, sai stare in te e con Dio?
Il Vangelo di oggi ci racconta un Gesù che ci provoca. “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?”. E noi lo vediamo anche in questa storia straordinaria, ce lo chiede anche tramite essa. Il Signore è sempre con Giuseppe. “Gli fece trovare grazia”, sempre, in ogni situazione. Ciò che fa Giuseppe è soltanto una cosa: restare in intimità con Lui, nel proprio corpo. E se facciamo così anche noi, anche a noi fa trovare grazia, sempre. Credi questo?
Uomini cari, apriamo la Bibbia, scrutiamo ancora questa Parola che ci salva, troviamo nuovi spunti e lasciamo che lo Spirito continui a parlare in mille modi! Restiamo in noi, ascoltiamo a fondo ciò che il Signore ci sta chiamando a essere e fare oggi, in questo preciso momento. Mettiamo i sogni di Dio e quello che ha in mente per noi a fianco di tutte le vesti che il mondo vuole farci indossare. Guardiamo in faccia tutto e scegliamo. Abbiamo il coraggio di scegliere la Verità che parla in noi? Abbiamo il coraggio di seguire Cristo che ci comunica nel silenzio? Abbiamo il coraggio di scegliere il corpo e non la veste?
Buona preghiera!!
Grazie delle condivisioni preziose che stanno arrivando, vi aspetto sul gruppo Telegram per continuare a camminare insieme!
A presto!
Lele