Articolo scritto per il blog di Antonio e Luisa De Rosa
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Leggendo il primo capitolo del libro “Sposi, sacerdoti dell’amore” di Antonio e Luisa, ci siamo soffermati su un passaggio in particolare: “Gesù offre la sua vita, versa il suo sangue e dona il suo corpo per portarci a Lui. Quando rispondiamo, accogliendo questo suo dono, ecco che nasce la Chiesa. Infatti la Chiesa è chiamata sposa di Cristo.”
Abbiamo riflettuto su una cosa: la Chiesa è la sposa di Cristo, che è anche detta “corpo di Cristo”…quindi Cristo e la Chiesa sono la stessa cosa, sono uno nell’altra. Cristo non può essere diviso e diverso dal Suo stesso Corpo! Così sono gli sposi: una sola carne! Infatti, nel capitolo del libro, Antonio e Luisa proseguono proprio collegandosi alla lettera agli Efesini di San Paolo. Perciò, se noi sposi non siamo (e non restiamo) l’uno nell’altra, non viviamo la nostra specifica vocazione! Siamo due persone distinte, ma con un vincolo che ci ha resi una sola persona!
Perché ci ha interrogato questo passaggio? Perché pensando a noi due, tante volte ci siamo visti fare e desiderare “ogni cosa insieme”… spesso ci siamo sentiti dire “ma voi andate via sempre pari!” oppure “la cosa che più noto di voi due è la sinergia nelle vostre scelte quotidiane: scegliete e fate sempre tutto in coppia!”. Questi commenti o giudizi esterni tante volte sono stati dei complimenti, ma altrettante volte hanno avuto un tono dispregiativo, quasi come se noi due, agli occhi altrui, non avessimo più una personalità e un’identità di singoli. Questo ci ha fatto soffrire e ci siamo chiesti se fossimo noi “sbagliati”.
Poi, in realtà, ascoltando e vedendo varie coppie, notiamo come effettivamente sia una questione piuttosto comune e nodale: essere coppia, sentirsi coppia, viaggiare in coppia. Da quando ci siamo sposati e abbiamo scelto di farlo in Chiesa siamo una carne sola, è questa la Grazia che abbiamo ricevuto! Perchè siamo UNO IN CRISTO! Ci siamo sposati in 3! In un mondo che invece ci dice “Continuate pure le vostre vite da singoli paralleli…e quando vi capita siate coppia”.
Dove vogliamo arrivare? A una domanda che lasciamo come spunto su cui condividere e dialogare fra voi: riusciamo a vivere questa dimensione dell’essere una sola carne? O restano soltanto parole sentite e risentite? San Paolo parla a noi direttamente o pensiamo si stia rivolgendo sempre “ad altri”?
Se il piede si muove, il resto del corpo si muove.
Se la mano accarezza, il resto del corpo partecipa.
Se il corpo ha bisogno di fermarsi, le membra di fermano.
Se Cristo si muove, anche la Chiesa si muove.
Se Cristo tace, anche la Chiesa tace.
Se Cristo annuncia, anche la Chiesa annuncia.
Perché è il Suo Corpo.
E noi, mariti e mogli? Riusciamo a incarnare la stessa realtà? Siamo una sola carne, con-corporei con Cristo? Cristo ha potuto donarsi così alla Sua Chiesa solamente grazie a due passaggi: l’incarnazione e la croce. Cristo ha potuto donarsi totalmente, tramite la croce, soltanto dopo aver assunto un corpo come il nostro…e con quel gesto ci ha mostrato cosa significhi amare come Lui ama: fino alla fine. Il Mistero grande che ci consegna attraverso il Suo Amore incarnato e crocefisso ci illumina su come nel nostro essere maschio e femmina portiamo a pieno compimento questa dimensione del dono totale: la donna nell’accogliere dentro di sé la vita; l’uomo nel dare tutto se stesso, morendo senza sconti per generare vita. “Il grembo” e “la croce” ,che trasfigurano la vita nella Risurrezione.
Il sacramento del matrimonio è l’attualizzazione di questo dono totale, ma lo può essere soltanto grazie al fatto che, prima di ogni altra cosa, ognuno di noi ha un corpo da donare e che, per gli sposi cristiani, diventa uno solo! Con quel corpo possiamo sperimentare la croce, cioè il donarsi fino a morire per l’altro! Senza incarnazione non ci sarebbe la croce e senza la croce non ci sarebbe la resurrezione, cioè l’esperienza tangibile della nostra fede cristiana!
Oggi il progetto “Un corpo mi hai dato”, che il Signore ci ha affidato, compie 2 anni. L’abbiamo messo sotto la protezione di San Francesco il 4 Ottobre 2020. Siamo partiti anni fa, da operatori sanitari, a voler curare il corpo umano…e lo Spirito Santo ci ha portato man mano a curare il Corpo mistico! “Va’ e ripara la mia Chiesa!”…il Santo d’Assisi ha iniziato da San Damiano, noi dal corpo umano…ma poi Dio ci ha portato all’altra Chiesa, all’altro Corpo! Ed è tutto questo il “regalo di compleanno” che ci portiamo a casa per questo progetto, un regalo passato dalle parole di Antonio e Luisa e da Padre Luca nell’articolo di Domenica 2 Ottobre, “Gli sposi vivranno della loro fede”, sempre sul loro blog!
Perché “Un corpo mi hai dato” è un progetto a servizio delle vocazioni, cioè dei compiti delle diversa membra che costituiscono il Corpo di Cristo…perciò quale Grazia migliore di quella conferitaci dal sacramento del matrimonio per poter essere custodi di un progetto come questo? Come sposi cristiani siamo immagine di questa unione di Cristo con la Sua Chiesa, siamo consanguinei e concorporei con Gesù, siamo l’esempio visibile di un Amore che si può realizzare pienamente soltanto nell’essere un solo Corpo nel Suo! Il sacramento del matrimonio, nella sua essenza, ci spiega già cosa significhi “vocazione”, cioè “trovare il proprio posto nel mondo, nella Chiesa”, “essere membra del Corpo di Cristo”! Già per il fatto di essere sposi in Cristo siamo “abilitati” a servire le vocazioni e la Chiesa!
Siamo nati per questo, che è l’unico motore su questa Terra: essere pienamente membra Sue! “Un corpo mi hai preparato, per fare, o Dio, la tua volontà!”. Fuori da questo non c’è nulla per cui valga la pena vivere! Questa è la felicità autentica! Perciò grazie Antonio, Luisa e Padre Luca per averci illuminato sul significato e sul valore di questo “nostro” servizio! E grazie a Dio che ce ne fa custodi, fin quando vorrà! Ps: lasciamo l’ultima parola a Don Oreste Benzi che commenta così la prima lettura di oggi (Gal 6, 14-18):
“Lo Spirito Santo sviluppa l’amore tra Gesù e noi. Nella misura in cui noi, sue membra, corrispondiamo all’amore, nasce e si sviluppa il desiderio di essere come Gesù crocifisso dal quale siamo amati. Il desiderio diventa bisogno globalizzante che investe anche il corpo. Il cristiano compenetra per amore Gesù crocifisso fino al punto di diventare come lui!”
Buon cammino!
Emanuele e Marianna Davoli