Mi ami più di costoro?

Signore, sono turbato, sono arrabbiato, voglio starmene da solo

Che c’è? Cos’è successo?

Questa mattina abbiamo avuto un colloquio con una persona, Tu lo sai…ma c’eri? Non ti ho sentito. Anzi, ho provato molta paura davanti a questa persona, non riuscivo a trovare le parole, ero confuso, volevo solo andarmene…

Certo che c’ero. Sono stato Io a provocarti paura.

Ma perché? Proprio lì, proprio in quel momento in cui sarei dovuto essere chiaro, schietto, capace di spiegare per filo e per segno ciò che Tu stai costruendo nella nostra vita! Quella persona aveva bisogno di risposte, la paura invece mi ha bloccato!

Non mi hai detto ultimamente che senti vicino a te la storia del profeta Geremia? Non ricordi queste parole:
Tu, poi, cingiti i fianchi,
alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti alla loro vista,
altrimenti ti farò temere davanti a loro. (Ger 1, 17)

Si, hai ragione, ora le ricordo…ma quindi?

Quindi intendo dire che Io ho permesso che emergesse questa tua paura. Sono Io che ho in mano il timone degli eventi, se l’ho permesso c’è un motivo…volevo portarti a prendere consapevolezza di una paura che hai tu dentro, non di qualcuno che te la incute da fuori…

È vero…lo riconosco, ora che mi fai guardare bene dentro di me. Davanti a persone come quella di stamattina mi sento in soggezione, mi chiudo a riccio, mi viene paura e ti rinnego. Ti rinnego! Questa è la verità! Io credevo di uscire turbato da questo genere di colloqui per colpa della cattiva disposizione d’animo della persona davanti a me! Invece no, hai ragione. Io esco turbato perché non mi sento autentico, non riesco a parlare di Te in modo sincero e trasparente, al di là di chi ho di fronte.

Ecco il punto. La paura è tua ed emerge quando ti vergogni di testimoniarmi davanti agli altri. Gli altri, certo, hanno la loro parte di responsabilità, possono remare contro a questa paura oppure facilitarla…ma quello non dipende da te. Resta su ciò che, invece, dipende da te. Sei tu che parti già spaventato…e allora “Sono io a farti temere”, per poi chiederti: perché ti spaventi?

Forse deriva dal mio vissuto, dalla mia infanzia, dalla mia soggezione davanti ai miei genitori e alle persone che dovevano avere responsabilità e autorevolezza nei miei confronti.
Forse non mi sono sentito ascoltato, tante volte…o non sono riuscito a farmi ascoltare.
Forse ho vissuto tante volte nella chiusura, nella repressione di quello che avrei voluto esprimere perché c’era chi aveva “più di me”: più bisogno di me, più voce di me, più carattere di me.
Per potersi esprimere, uscire dal guscio, dire la propria.
Forse, tutto questo, ha minato pian piano la mia autostima, il mio affermare la meraviglie che ho ricevuto e che porto dentro, il mio credere di poter dare il mio contributo personale al mondo.

Capisco, figlio mio. Ti sarai sentito schiacciato tante volte, poco compreso. Ti sarai scontrato con i limiti dei tuoi genitori, dei tuoi insegnanti, dei tuoi amici. Tante volte sei stato messo da parte, sei stato bullizzato, non eri tra i “vip” del tuo gruppo. La tua struttura fisica, il tuo problema alla vista che ti ha costretto a portare gli occhiali molto presto, il tuo carattere buono…andando avanti, molto spesso, non ti hanno aiutato, è vero. Erano, per te, un problema, un ostacolo, un impedimento alla tua valorizzazione davanti agli altri, in casa, nel mondo.

Sì, è così. Sono ferite che ho e in queste occasioni si aprono ancora…

Ti abbraccio, per questo. E ti voglio rassicurare: pensa a quante volte la tua mamma e il tuo papà ti hanno, invece, accudito, ascoltato, elogiato. Pensa a quante volte hai ricevuto complimenti, ringraziamenti, incoraggiamenti. Ma soprattutto, pensa a Me. Pensa che ti ho voluto Io, ti ho creato Io, ti ho portato Io fino qui…e vorrei dirti che tutto questo tuo vissuto e tutto quello che tu pensi sia stato un impedimento nel cammino verso la tua vocazione, in realtà è stata un’occasione, un’opportunità per farti conoscere di più te stesso e Me. Come ti dicevo prima riguardo alla paura, se permetto certe cose c’è un motivo. Se permetto tanto male, tanto dolore, tante ferite, c’è un motivo. C’è un mio disegno che nelle valutazioni umane non figura come “benevolo”. Eppure Io ce l’ho e sono un Padre buono. Vorrei portarti a fare un giro in compagnia di un mio caro amico…verresti? Forse potresti capire meglio ciò che ti sto dicendo…

Sì, Signore, certo!

Era la terza volta che mi manifestavo ai miei discepoli dopo essere risorto dai morti. Sai, dopo la mia resurrezione erano increduli, erano tornati alla loro vita di prima, credevano che tutto fosse finito così. Allora mi sono ripresentato a loro in riva al mare e ho ripetuto il miracolo della pesca! Avevano bisogno di rivedermi così! Li capisco, in fondo. Però era già la terza volta! Quindi, dopo aver mangiato il pesce che hanno pescato, ho preso da parte Simon Pietro e gli ho chiesto: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?

Sì, la conosco questa storia! Io mi sono ritrovato sempre molto in Pietro! Il grande entusiasta che poi, davanti alle tue domande scomode, se la fa sotto

Ecco. Ma tu lo sai cosa intendevo con quella domanda? Cioè, sai cosa significa “più di costoro”? La Bibbia che hai tra le mani può venirti in aiuto! Se vai a leggere nelle note c’è scritto che si può tradurre anche con “più di queste cose“, in riferimento non agli altri discepoli, ma alla pesca materiale e ai suoi arnesi, cioè alla “vecchia vita” a cui Simone era tornato, mentre io, nella prima pesca miracolosa, lo avevo già costituito “pescatore di uomini”.

Ah, wow! Quindi tu lo hai amato così tanto da andargli incontro un’altra volta, da ripetere quel miracolo per svegliare ancora una volta la sua fede!

Esatto! Vedi, figlio mio…questo racconto è narrato da Giovanni, il mio discepolo amato, alla fine del suo Vangelo…ma se vai all’inizio, nel primo capitolo, ti potrai accorgere di come il mio sguardo su Simon Pietro era già particolare, già acuto, già amante. Quando Andrea, suo fratello, ha parlato di me a Simone, poiché era uomo umile e semplice ma di grande fede perché ha creduto in me fin da subito…Simone è venuto da me insieme a lui. Voleva vedermi di persona. È stato lì che ho fissato Simone negli occhi e gli ho detto: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa” che significa Pietro. E in un’altra occasione ancora ho messo alle strette i miei ragazzi, domandando: “Ma voi, chi dite che i…

Che io sia!!! Bellissimo quel pezzo! Un brano pazzesco, la professione di fede di Pietro! Ti ricordi che è stato il brano che io e la Mery abbiamo scrutato per iniziare “Into the Womb”?

Certo che me lo ricordo! Perché a quella domanda Pietro mi rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente“. E io a lui ho detto: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Si, esatto, che meraviglia! Mi piacciono tanto le professioni di fede di questi uomini che hanno fatto parte della storia della salvezza!

Ok, ma…perché tutto questo giro insieme a Pietro? Dove mi hai voluto portare? Cosa stai cercando di dirmi?

Mi hai detto che senti vicino a te la figura di Geremia.
Mi hai detto che ti sei ritrovato tante volte in Pietro.
Mi hai detto che esci turbato dal colloquio di stamattina perché riconosci di avermi rinnegato.
Non è forse quello che hanno fatto anche questi due personaggi? Geremia non ha forse cercato in tutti i modi di contenere quel fuoco che Io gli mettevo dentro, per tacere e non andare in scontro con gli altri? Pietro non mi ha forse rinnegato tre volte prima della mia crocifissione, nonostante le sue bellissime professioni di fede?

Sì, è così…

E non è forse vero che loro, davanti a me, hanno sempre riconosciuto la Verità, la profondità, l’autenticità della mia persona e della chiamata che avevo in mente per loro? È davanti agli altri che hanno peccato più volte, che hanno avuto paura di testimoniarmi, di farsi vedere per quello che erano: miei figli.

Si, e in effetti anche io faccio così. Quando sto con Te, quando lavoro per Te, quando coltivo la mia relazione con Te, da solo e con la mia famiglia, ti riconosco sempre! Ogni giorno ti professo, nel cuore, come mio Signore e mio Dio! È davanti agli altri che tante volte scappo via, mi vergogno, ho paura!

Io sono qui. Ho sempre dato un’occasione in più a loro, a tutti i miei figli. La dò anche a te! Lascia perdere la reazione altrui, guarda alla tua rabbia per non avermi testimoniato in modo limpido e semplice! La vedo anche io, questa rabbia! Le vedi le lacrime di Pietro dopo avermi rinnegato tre volte? Credi che sia stato bene? E credi che l’abbia scelto davvero, nel suo cuore, di tornare alla sua “vecchia vita”, o piuttosto è stato frutto della sua debolezza e incredulità?Le vedo tutte le vostre mancanze, infedeltà, rinnegamenti…ma vedo ancora di più il vostro cuore!! Lo so, in fondo, che vorreste con tutto voi stessi non rinnegarmi! Io riparto sempre da lì! Dalla fede che c’è nascosta nel vostro tempio sacro: il vostro corpo! È lì che ritorno, ogni volta, e ti chiedo di ripartire anche oggi, con Me! Siamo nella prima tappa di “Tra le braccia”…è il terzo percorso di 9 mesi che fate con “Un corpo mi hai dato”, giusto? Ecco, facciamo così: prendi le prime 3 tappe di ogni percorso e paragonale alle 3 domande che ho fatto a Pietro. È come se in ogni Settembre io ti chiedessi: “Emanuele, mi ami più di costoro?“. Con Pietro sono arrivato a 3, anche con te, con voi, con tutti quelli che stanno camminando con voi! Vi chiedo per la terza volta “Vuoi lasciare la “vecchia vita” per ME?”

…Signore, non ho parole! Con quanta misericordia ci ami e ci vieni incontro, ancora!! Ci chiedi di ripartire dal corpo, da noi, da ciò che siamo, da quello che c’è in fondo a noi e che supera sempre tutto quello che si vede, tutto il peccato, tutta l’apparenza che il mondo ci appiccica addosso come nostra etichetta! Invece tu oggi sei qui a dirmi “Tu sei Emanuele e sulla tua piccola pietra, la tua e quella della tua famiglia, edificherò un pezzetto della mia Chiesa, del Mio corpo mistico! E le potenze dei tuoi inferi, delle tue ferite, del tuo passato lontano da Me, delle tue infedeltà, non prevarranno mai!” Che bel giro che mi hai fatto fare oggi con Te e Pietro, Signore! Andrò subito a inserire i 3 punti del dialogo che hai avuto con lui nelle prime 3 tappe dei percorsi! Così ci ricorderemo sempre da Chi ci chiedi di partire ogni volta! Da Te! Grazie, mio Signore e mio Dio!!!

Prego, figlio mio! La mia gioia e vederTi di nuovo in pace, non perché sono cambiati gli altri, i giudizi degli altri, le mormorazioni degli altri…ma perché hai accettato di guardarti dentro ancora, alla Mia Presenza, e mi hai permesso di cambiare il tuo sguardo! Ora va’! Pasci le mie pecore!

Ah, dimenticavo una cosa importante! Per vincere queste tue difficoltà davanti alle persone che ti mettono in soggezione come stamattina (perché ricapiterà!), non cadere nello stesso tranello di “voler spiegare per filo e per segno ciò che sto operando per mezzo tuo e vostro”! Il mio messaggio non ha mai funzionato così, non si trasmette per spiegazioni, io non sono logico e razionale…dovresti saperlo!!! Ma so che lo sai! E allora tu fa così, segui l’esempio di Filippo. Se torni all’inizio del Vangelo di Giovanni, il giorno dopo in cui ho fissato Simone e l’ho chiamato Cefa, ho incontrato Filippo, si è unito a noi e poi lui ha incontrato Natanaele. Gli ha parlato di me, gli ha spiegato chi ero, cosa stavo facendo con loro, i miracoli, ecc…un po’ come hai fatto tu, no? E anche Natanaele è rimasto scettico. E allora cosa ha risposto Filippo? “Vieni e vedi!” Sta tutto lì, Lele, mio caro figlio. Non spiegare, chiama a vedere! Tu, la tua famiglia, la tua vita, il progetto che vi ho affidato…sta tutto lì, reale, concreto, visibile, è roba mia, vi ho creato io e vi continuo a costruire io, per il Mio Corpo! Le persone non hanno bisogno di vedere te. Hanno bisogno di vedere Me, di fare esperienza della Mia presenza! Perciò, le prossime volte, dì soltanto come Filippo! Perché poi hai visto come è andata a finire con Natanaele? Se a chi hai davanti interessa venire a vedere, verrà! E poi ci penso Io a lui! Altrimenti pazienza, avanti tutta! E non temere se tornerai a cadere nella tentazione di voler spiegare tutto…Io sarò ancora lì, pronto a fare ancora un’altra passeggiata con te e Pietro…e ti chiederò ancora “Emanuele, mi ami più di costoro?”

Un abbraccio amici!
Gesù è grande!
Lele

2 commenti su “Mi ami più di costoro?”

  1. Grazie per tanta profondità condivisa… Grazie di questo giro insieme a Pietro! È proprio vero, vedervi e incontrarvi per noi è stato incontrare la presenza di dio in voi senza che ci diceste nulla di particolare… Grazie per essere suo tempio santo e per testimoniarci che è possibile esserlo, se lo desideriamo con tutto il cuore.

    1. Cara Martina, grazie mille!! Siete sempre nel nostro cuore, vi pensiamo ogni giorno e preghiamo per la vostra bella famiglia! Siete stati un segno forte di Provvidenza per noi, una piccola àncora di salvezza in questo tempo di prova! Grazie!!! Un abbraccio, teneteci aggiornati!

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