Nuclei di morte 2.0

Ci risiamo!

Pensavamo di averci lavorato, di aver fatto passi avanti nelle dinamiche che avvelenano l’amore e invece… eccoli di nuovo qui i nostri “nuclei di morte“, sotto una nuova veste si intende, più patinata, più “post-millennials“, elaborati a regola d’arte per ingannarci, ma pur sempre loro! 

Tratti distintivi? L’indiscussa abilità di distruggere la nostra scalata verso l’amore vero, libero, pieno. Sono quelle situazioni che ti incagliano nella relazione con te stesso e con gli altri, bloccandoti ed ingabbiandoti in ragionamenti, azioni e scelte che non ti permettono di sperimentare “il di più“, la bellezza nascosta dietro ai limiti… la Pasqua dell’Amore!

Ho scritto questa riflessione in occasione del ritiro che abbiamo tenuto dal tema “Intimità e Adorazione” e insieme a Lele abbiamo pensato di condividerla con tutti voi:

SPOILER n 1: se non sei sposato/a fidanzato/a continua a leggere! Questa riflessione è per tutti!

SPOILER n 2: i nuclei di morte 2.0 scritti qui sono solo alcuni di tanti, ci sarà tempo magari per svilupparli diversamente e più approfonditamente: questo è solo l’inizio. Se vuoi saperne di più visita la pagina di 5pani2pesci dove troverai un sacco di spunti e approfondimenti sul tema!

SPOILER 3: se ti darò fastidio, fai un bel respiro e continua! Tutto è detto con amore.

Ready? Go!

1 PORNOGRAFIA

Ogni volta che parliamo alle coppie di questo tema, ho sempre una vocina interiore che mi dice “Ma dai! Non perdere mica tempo con la pornografia, sono cose da ragazzini!…” e invece, puntualmente, vengono fuori dei veri e propri mostri! Sì, perché le ferite a riguardo sono enormi e viviamo in un contesto sociale estremamente ipersessualizzato dove se non si finisce a “trombare, scopare, chiavare” e compagnia (scegliete voi il francesismo più delicato che vi aggrada) non abbiamo fatto centro. Apri Netflix e sembra la succursale di You Porn, accendi Sky e le repliche di “Sex and the city” sono un fiore rispetto al “Trono di spade”… Vogliamo aprire il capitolo educazione sessuale? Il massimo a cui si aspira è il laboratorio con il ginecologo, che nuovo eroe della generazione Z, ci toglie da ogni imbarazzo e spiega ai nostri figli/ragazzi dell’oratorio/bambini delle elementari (sì, ho scritto bene, non intendevo medie) come funziona il tutto, un corso accelerato di biomeccanica che ci consente di continuare a tenere ben bene la testa sotto terra come veri struzzi..che poi va a finire che devo accorgermi che il vero problema sono le magagne, i dolori, le esperienze che mi porto dentro… e fa troppo male, meglio proseguire sul quieto vivere. Il quieto vivere che non mi impedisce a mia volta di fare un sacco di pocci e variazioni sul tema, basta farlo di nascosto o in accordo comune con il partner e la coscienza è soddisfatta. Ho parlato di recente con una ragazza che, aprendosi con un coraggio incredibile e una sete di Amore profonda, mi ha raccontato che il suo primo contatto con la pornografia è stato a sette anni… Pronto? Un altro bambino ha visto un video porno sul cellulare di un amichetto all’asilo.. sì, a cinque anni! 

Non voglio dilungarmi troppo, ma forse sarebbe ora di rivedere le nostre priorità, ovvero la nostra unica priorità cioè il benessere personale, il piacere come unico e assoluto goal della nostra sessualità e della nostra vita. Capite che se tutto gira intorno ad un bisogno egoistico personale la nostra visione del mondo è estremamente unidimensionale, orizzontale… viziata? 

Già lo so, siamo cresciuti con un’educazione affettiva che ci ha distrutti da questo punto di vista, siamo tutti alla ricerca disperata di colmare quell’amore che fin dalla gravidanza e dalla nascita non abbiamo ricevuto, il bambino che siamo stati urla dentro di noi i bisogni, le aspettative, l’amore non corrisposti, quando davvero l’unica cosa importante era la necessità biologica di accudimento, nutrimento, contatto e contenimento. Siamo bambini buttati nel mondo degli adulti e, per non sentirci inadeguati, continuiamo a far parte della recita perché non possiamo fermarci troppo a pensare, ad ascoltare, ad ascoltarci… sempre il problema di prima: fa troppo male, da soli non ce la facciamo.

E quindi ecco la pornografia! Nella mia stanza, davanti ad uno schermo, posso riprendermi quel potere che mi è stato rubato, posso gettarmi nel piacere senza apparenti conseguenze, posso essere… me stesso, o per lo meno una parte di me frustrata, repressa e ignorata in tutto il resto del tempo. E la pornografia cosa fa? Mi svuota, svuota quel Mistero che è proprio della sfera sessuale, toglie il velo del desiderio, simula una realtà nuda e cruda che non ha bisogno di lasciare spazio all’immaginazione… e io posso non pensare. E in un attimo, senza dover più pensare, mi ritrovo a dipendere. Dipendo da qualcosa che togliendomi la sostanza delle cose, ha fatto di me uno schiavo, promettendomi come unica felicità un piacere… che però non basta mai. E ho bisogno di più. E consumo di più. E mi svuoto di più. Perchè la vera essenza della sessualità è l’amore.

2 DESATELLIZZAZIONE

Il rapporto con i genitori è un evergreen, si infila dappertutto e non vi sto a spiegare il motivo, ovvero che è il nostro imprinting d’amore primario. Noi abbiamo imparato ad amare così e se pensiamo che sia sufficiente abbiamo sbagliato alla grande. Infatti, le categorie che ci si presentano davanti di solito differiscono per due atteggiamenti di base: quelli che strozzerebbero i genitori dalla mattina alla sera (o quasi) oppure gli idolatri dei genitori, quelli che “per la mia famiglia farei tutto perchè i miei genitori si sono sacrificati per me…” e “non posso deluderli” aggiungo io. “O non voglio. Che immagine di me potrei avere se ammetto i loro errori? Sarò ancora bravo, bello e buono?”. In sostanza queste persone sono estroflessioni della volontà dei genitori, non possono guardarsi dentro, spiccare il volo, essere quell’unica, originale, irripetibile parola d’amore che Dio ha messo nel loro cuore, perché se lo facessero sarebbero causa di troppa sofferenza. 

Ma non spaventiamoci! L’educazione ricevuta è un condizionamento molto grande verso una relazione matura, tuttavia esserne consapevoli è il primo vero step per cambiare le cose, per togliersi gli occhiali dell’infanzia e guardarsi allo specchio nudi, per davvero. Io vi consiglio di guardarvi allo specchio dell’Adorazione Eucaristica, della Santa Comunione e della Confessione dove si incontra una Paternità nuova, bella, matura che ci consegna uno sguardo meraviglioso su chi siamo, sul nostro passato e, soprattutto, sul nostro futuro. Dio non ci giudica, fa semplicemente verità fra bene e male per illuminare la nostra strada, per essere luce nelle tenebre per noi e con noi. Non sono cose da bigotti, ma da figli amati! Provare per credere!

E davanti a questa novità di vita non scelgo di essere bravo e fare bene per ricevere amore, ma scelgo la libertà di ciò che è bene per me e scopro la responsabilità che deriva dal sentirmi amato.

E qui riprendiamo anche il punto uno: non illudetevi che, solo perché lo decidete voi, tutte queste dinamiche non entrino nella vostra relazione. Non è vero che una volta chiusa la porta siamo io e te. No, una volta chiusa la porta della camera da letto tutti questi fantasmi si materializzano e noi finiamo per avere falsi rapporti, ma veri atti sessuali. Lo so, sono un po’ cruda, ma sento che ci sono troppi paraocchi su questo tema. “Chi è in piedi stia attento a non cadere” e se sei insoddisfatto, vuol dire che sei già in ginocchio ad adorare qualche falso dio.

3 GODERE

L’ho già un po’ detto, ma repetita iuvant! Il vero idolo di oggi è godere e sbagliamo di grosso il mirino. Pensiamo che il fine in una relazione sia stare bene insieme e finiamo per scambiarci piacere reciproco.. lo dico? Ci masturbiamo a vicenda!… Ma la buona notizia è che fare l’amore è molto di più, il piacere è una conseguenza o solo una parte del tutto…ovvero che siamo esseri creati per donarci! Non siamo oggetti di consumo come inconsapevolmente ci facciamo raccontare, noi non DOBBIAMO GODERE per avere una vita piena, felice, realizzata, degna di essere vissuta… quello che ci rende liberi e ci sgancia dal compromesso è il desiderio: desiderare cosa? L’Amore vero che cancella ogni paura.

Desiderare non è pianificare.

Desiderare non è avere i soldi per farlo.

Desiderare non è potere.

Non sono questi i pilastri del desiderio.

Desiderare non è essere il dio della mia vita: è la spinta a mettersi in relazione con il Dio della mia vita. Con il Papà che sa di cosa ho bisogno prima che io glielo chieda.

L’unico pilastro è la mia identità donante, la volontà di Dio scritta nel mio cuore, la vita piena.

Fare l’amore non è solo utile, non è solo piacevole, non è solo bello… è toccare il Cielo con il dito dell’altro.

4 LA COPPIA

La coppia è un altro idolo dei nostri tempi: ottengo tutto ciò di cui ho bisogno (elencato nei punti precedenti) se sono in coppia: vi presento l’utilitarismo dell’amore, la condizione massima a servizio dell’egoismo personale! Io esisto se ho una posizione sociale definita ed etichettata da un buon lavoro, una casa, un ruolo importante nella comunità conditi dall’ avere una coppia, sinonimo almeno apparente di stabilità, responsabilità, affidabilità. 

Ma lo sentite anche voi il motivetto di sottofondo “money, money, money”? Noi ce la raccontiamo, ma c’è davvero qualcuno che pensa che i soldi non sono tutto? Che senza soldi non sono libero? C’era un tipo che una volta ha detto “Non potete servire Dio e mammona”… intendeva sicuramente che se non hai una villa con piscina, un macchinazzo e fai beneficenza, allora sei a posto.

Cosa voglio dire in fondo? Solo quando io mi individualizzo, definisco e scopro la mia identità, cioè mi sento amato e vivo da figlio amato, allora centro il punto: sono nato per donarmi. E mi metto in cammino per scoprire come.

5 IDENTITÀ 

Quindi io chi sono?

La risposta è scritta in me, nel mio essere trinitario, ovvero nell’ inscindibile unione del mio corpo, della mia mente e della mia anima. No, niente chakra, aure o sette piani di incarnazione. Abbiamo un’ altra good news: Dio è concreto! Non intendo dire che accontenta i nostri ricatti, capricci o visioni limitate, bensì che ci ha dato un corpo! E nella sua bellezza, complessità, misteriosa fisiologia c’è qualcosa che ci parla proprio di noi: gli organi genitali. Ma che significa? Due cose essenzialmente (o meglio infinite, raggruppate in due). Il termine “genitali” delinea la peculiarità dell’essere generativi e “sessuali”, invece, ne demarca l’identità. In pratica io sono chiamato a generare e in un modo tutto specifico, particolare, mio e non solo biologico, ma che tocca tutti i tre piani del mio essere.

Come dono la vita? In che modo porto frutto, grazie al dono della mia mascolinità e femminilità? Come incarno in pienezza il mio essere donante?

Vi siete mai chiesti perché biologicamente siamo portati a ripetere gli atti che ruotano intorno alla riproduzione e alla sessualità? Non solo per piacere, non solo per gli ormoni, non solo per portare avanti la specie… c’è molto di più e di questo è un esempio lampante il parto, l’atto donativo per eccellenza, insieme al fare l’amore. Nonostante il dolore, il corpo che si modifica, una società totalmente assente nel supportare la famiglia e la genitorialità, il nostro corpo ci grida che c’è di più!! E, soprattutto, il nostro cuore.

L’uomo non è definito dal piacere e dalle tendenze sessuali.. questa non è la sua specifica identità. 

La pasta dell’uomo è l’essere amato nella sua personale dignità di creatura e la sua ricerca esistenziale è rivolta al cielo. Quindi ribadisco ancora: c’è molto di più del piacere per me, qualcosa che va oltre lo stare bene insieme. Nel dono completo all’altro tocco Dio, entro nel Mistero del Paradiso tramite la porta di Gesù Cristo che ci dice l’essenza del sacramento del matrimonio: siamo segno visibile, concreto, tangibile nel mondo del Mistero d’Amore di Dio, al quale attingiamo facendo l’amore. Per meno di questo stiamo svendendo la nostra libertà.

6 RISCHIO

Un altro nemico dell’intimità e della relazione è la mentalità del rischio, che oggi è davvero dilagante. 

Tutto nella nostra esistenza è orientato a proteggersi, prevenire, evitare i pericoli… per essere al sicuro.

Ma così siamo sicuri? Siamo davvero liberi? O ci creiamo una gabbia e mettiamo un bel tappo alla Provvidenza e alla Relazione quotidiana con Dio?

La verità è che ci mettiamo al Suo posto, ci illudiamo che essendo autosufficienti non avremo mail il fondoschiena per terra e succede, al contrario, che ci chiudiamo alla bellezza dell’incontro con l’altro/Altro, cioè alla sovrabbondanza, al dono.

Infatti facciamo la coppia, ma lo siamo realmente coppia? O siamo due linee parallele che non si incontrano mai? Quanto siamo tentati dall’auto conservazione per paura che l’altro prenda potere su di noi? Per paura di soffrire o di farci vedere per chi siamo realmente?

Ma se non mi spoglio come posso stare nudo davanti all’altro e fare l’amore con lui?

Amare non significa proteggersi dall’altro, preconfezionare la vita perché vada secondo le mie idee ed obiettivi…

L’amore è fiducia, è abbandono, è mollare la presa perché io non sono Dio.

I limiti scritti nella fisiologia del nostro corpo sono ciò che ci parla più profondamente di questo: un bene più alto oltre all’immediato piacere, la libertà tramite la verità. Ci insegnano l’Amore e ci rassicurano anche! Perché posso essere me stesso, posso oppormi, ma sarò comunque sempre degno di essere amato: sono i limiti a diventare il segno tangibile dell’Amore. Questo è ciò che ci insegna la croce, cioè che non ci sono condizioni all’amore vero, che nulla potrà separarci dall’amore di Cristo… non le nostre logiche limitate, non i nostri errori, non il nostro egoismo: Lui si è preso questa responsabilità, si è caricato delle nostre iniquità. 

E tu ci stai? Sei pronto a guardare nel segreto di te e oltre te? Ci stai ad uscire dalla tua limitatezza tramite la Sua Porta di Vita? Ci stai a rischiare tutto per l’Amore perfetto che schiaccia ogni paura? Al resto ci ha già pensato Lui!

6 VIVERE DA FIGLI AMATI 

Ma se noi non conosciamo e riconosciamo il nostro essere creatura come facciamo a fare questo cammino? 

Come posso mettere le priorità al posto giusto se non so di quali priorità mi ha impastato Dio? 

Questa è una mia personale responsabilità che mi aiuta nel non finire nei tranelli del cornuto.

E come posso mettere poi queste priorità in fila con qualcun’altro? Con il mio fidanzato o la mia fidanzata, con mio marito o mia moglie, con i miei figli! 

Oggi il bambino è visto come.. un rischio, una minaccia all’equilibrio della coppia, una lesione dei propri spazi personali, una pretesa e un diritto a cui appellarsi… 

Capite quanto siamo fuori dall’amore? E dalla sessualità come intimità più completa? 

Perché il figlio è un frutto del fare l’amore, quindi se è o un impiccio o una pretesa c’è qualcosa che non va alla radice dell’albero.

Se il mio benessere viene prima, cioè scavalca ogni limite, qualcosa non funziona. E questo ce lo ricorda molto bene il neonato, che ha dei bisogni imprescindibili tali da ridiscutere l’intera esistenza dei genitori: ma senza un’adeguata presa di responsabilità come possiamo sapere dove andare? Senza aver fatto un cammino sulle priorità siamo persi… perché non si dorme, perché non si sta seduti a tavola a mangiare per più di un minuto, perché quando piange ci si rigirano le budella. Ma questa è “solo” la concretezza dell’amore, è l’incarnazione del mio essere figlio di Dio, è una conseguenza della mia identità che mi porta ad accogliere e donare nella responsabilità dell’amore. Perché sono io che insegno a mio figlio come conoscersi, perché mi conosco.. poi ad un certo punto sarà palese che ci pensa un Altro.

Capite cos’è la vera fecondità? Dare le coordinate della libertà! E allora io sono libero se conosco la fisiologia del sonno del neonato, per esempio: so che il suo corpo biologicamente è stato pensato per non dormire tutta la notte, che è un’acquisizione neurofisiologica che imparerà come imparerà a gattonare, a camminare e a parlare. E allora posso guidarlo e aiutarlo nel trovare gli strumenti giusti per lui, ma lo farà lui quando sarà pronto, non posso farlo io al posto suo, il mio compito è fermarmi ad ascoltare, accogliere la realtà per leggerla, contenerlo, guidarlo. Niente di più.

Essere autosufficiente non è l’obiettivo, non è fare tutto da solo al più presto il segreto di una vita riuscita, piuttosto ci porta ad essere radicatamente autoreferenziali. 

Che non è proprio l’idea di Chiesa che ci ha lasciato Gesù o sbaglio?

Il bambino non è lì per soddisfare il mio benessere. 

Quindi, per aiutarlo a crescere, la prima cosa che posso fare da genitore è riconciliarmi con la morte, lasciarlo vivereSalire io sulla croce e amare fino alla morte. Io muoio per lui, non muore lui per il mio benessere, perché io ho la maturità di farlo, lui non può averla. La impara da me

E io imparo dal vero Padre, da quel Gesù che ha riconciliato con il suo sangue le mie fragilità, la mia morte per darmi la Vita vera, piena… eterna!

Mery

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