Bentornati sul nostro blog!
La scorsa settimana abbiamo condiviso su Facebook e Instagram alcune riflessioni sul Padre Nostro. Perché?
Nel percorso “Àmati! Smetti di far del male al tuo corpo!” vogliamo vedere con voi i passi concreti per imparare ad amare il santuario, la casa dove Dio ha scelto di abitare: il nostro corpo! Dobbiamo “costruire sulla roccia” e questa roccia è la preghiera, cioè la comunicazione con Dio che è dentro di noi!
Il Padre Nostro è l’unica preghiera che Gesù ci ha raccomandato di tenere bene in mente! Una preghiera incessante è una preghiera che risuona in noi, durante la giornata, che viene dal cuore e ci cambia da dentro! Non una preghiera piena di parole ripetute a macchinetta!
Per questo abbiamo voluto sviluppare questi spunti, che vi riportiamo in questo articolo, per un Padre Nostro…incarnato! Da vivere nel corpo, con il corpo, tutti i giorni! Diviso in 7 punti (che sono le 7 invocazioni essenziali per un cristiano), eccoli qui!

Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome
“Il Padre Nostro si apre con la parola più tenera, Abbà, e si chiude con la parola che evoca l’angoscia del dramma: il male. Tra questi due estremi dell’esistenza umana, Gesù elenca sette richieste, modello di ogni domanda, verifica di ogni desiderio.” (Ermes Ronchi)
In questa settimana desideriamo percorrere con voi queste sette richieste, una al giorno, per imparare a vivere corpo e anima come un cosa sola, così come cielo e terra diventano una cosa sola.
Grazie a questo mescolarsi, il nostro corpo può essere riflesso del cielo.
Ecco, allora, che vi proponiamo un primo esercizio per la giornata di oggi: immaginiamo di essere un prolungamento del cielo tramite il nostro corpo, concentrandoci sull’osservazione e percezione di noi stessi, della nostra postura, dei nostri gesti, delle espressioni del volto, del respiro. La nostra struttura corporea, le nostre fasce, i nostri muscoli, sono progettati per contrastare la gravità e proiettarsi verso l’alto. Riusciamo a sentire questo nelle nostre faccende quotidiane? Ci accorgiamo di quanto spesso la gravità, il male, il “depressore”, ci schiaccia a terra, togliendoci lucidità, vigore, forza? Di quanto spesso siamo più della terra che del cielo?
Prendiamo coscienza di questo e ricordiamoci del nostro Abbà. Abbandoniamoci nella sue braccia e lasciamoci “tirare su” da Lui.
Impariamo a stare in braccio a Dio come un bambino sa stare in braccio, con fiducia, al suo papà.
E sia santificato il Tuo nome! Sia santificato, cioè, il Signore stesso nella nostra carne! Venga quel di più che l’uomo non si può dare, intervenga Dio, così che il corpo possa volare!

Venga il tuo regno
Nell’esercizio di ieri abbiamo preso coscienza del nostro corpo nello spazio, nel mondo, di come si comporta, atteggia, della sua postura, dei suoi gesti, del suo respiro…e di quanto spesso desideriamo innalzarlo al Cielo e respirare libertà vera, proprio perché ci parla del Cielo ed è fatto per il Cielo.
Quante volte, però, ci siamo sentiti come cadaveri che camminano, con il corpo stanco e oppresso, senza una dimensione celeste?
Oggi entriamo nel nostro cuore pregando queste parole: Venga il Tuo Regno. Cioè, proviamo, in questa coscienza corporea, a inserirci direttamente Gesù. Proviamo ad invitare Gesù ad abitare il nostro corpo, con le nostre curve, il nostro volto, il nostro sorriso, le nostre mani…ma anche la nostra parte di corpo che non ci piace, il nostro difetto caratteriale che più vorremmo eliminare, i nostri dolori che non sopportiamo. Diciamo “Gesù, abita il mio corpo e vieni a regnare in esso.”
“Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me.” dice San Paolo.
Dopo che abbiamo pregato “Padre Nostro” ed aver provato a far volare verso l’alto, verso di Lui, il nostro corpo, oggi preghiamo Gesù, che è sempre Lui, però sceso in Terra, in carne e ossa, e che viene a ricordarci che, anche quando ci sentiamo fragili, impotenti, stanchi, oppressi, e il nostro corpo riflette la nostra dimensione puramente terrena…lì viene a regnare. E lo fa benedicendo e amando proprio quella dimensione. E così scopriamo che per Lui, abitare il nostro corpo che in certi giorni disprezziamo, non è un problema, ma un onore!
Dio ci ha mandato Gesù sulla Terra per mostrarci la Sua regalità. Una regalità di amore e di perdono.
Qui dobbiamo entrare: con il nostro corpo siamo continuamente in via vai tra Cielo e Terra…e la Buona Notizia portata dal cristianesimo è proprio che, nel corpo, è benedetta la Vita in entrambe le sfere. Perché il Padre Nostro è nei cieli, ma il Suo Regno è già qui sulla Terra. In Suo figlio Gesù, in noi. E fa (ri)fiorire di vita tutto, anche ciò che per noi è morto!
Il Regno viene come perla. Troviamola, oggi, con il corpo, nel corpo!

Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra
Illumina la mia volontà con il tuo amore, la mia fragilità con la tua luce, le mie piaghe con la tua Risurrezione.
Mescola la mia terra con il tuo cielo così che io possa essere strumento d’amore perché Amato da morire. La tua infinita saggezza mi dona speranza davanti ad ogni attimo della mia vita, non solo nei momenti di gioia e di slancio, ma anche e soprattutto nei momenti bui e privi di senso apparente. In questo scenario il mio corpo diventa l’interlocutore diretto con Dio, quel campanellino che suonando mi ricorda che sono strumento di una Sinfonia più grande e misteriosa. Ecco che ogni parte di me prende parola e canta l’inno della vita, ogni parte della mia carne intona le strofe dell’amore donato e ricevuto: le smagliature, le rotondità, le gambe magre, i piedi grandi, le mani tozze, il reflusso, la pressione alta, una malattia grave.
“Tutto concorre al bene per coloro che cercano Dio”, cioè tutto assume una prospettiva diversa se ci sentiamo figli amati, se questo Papà buono ci accompagna in ogni passo, traccia con le Sue orme la nostra via. A noi il compito di lasciar parlare dentro e fuori di noi il nostro corpo, la nostra anima, il nostro cuore.
Oggi ascoltiamo il nostro corpo, respiriamo al ritmo di Dio, fermiamoci come bambini davanti al libro della vita, al racconto dei racconti, alla storia mia, tua, di tutti, per tutti la stessa, per tutti diversa, unica, particolare. Il corpo come Bibbia della Volontà di Dio, come vademecum della pienezza della gioia.
Attenzione! In un sentimento che abbiamo, in un dolore che percepiamo, in un pensiero che ci balena all’improvviso, in un’idea geniale che ci bussa alla mente, in un fuoco che si accende nel cuore, in una parola che cogliamo al volo in mezzo al caos quotidiano, in un gesto che sentiamo essere necessario qui e ora…c’è una possibile volontà di Dio…siamo pronti a sintonizzarci?
“La volontà di Dio ci chiama ad alzarci, come si alza la vela a catturare il vento dell’infinito.” (Ermes Ronchi)

Dacci oggi il nostro pane quotidiano
Ogni giorno ha il suo pane, ogni giorno il suo messaggio, ogni giorno nasconde il tesoro del quotidiano.
È questo che Gesù chiede al Padre per tutti noi, da fratello maggiore sa riconoscere con saggezza che ogni giorno ha la sua quotidianità, le sue sfide, il suo senso… e tutto questo parte dall’estrema semplicità, un po’ di farina mischiata con acqua, sale e lievito. A ogni giorno la sua pagnotta: a volte manca il sale e viviamo una vita senza gusto; a volte il lievito e non abbiamo la forza di per protenderci verso il cielo, di far lievitare i nostri sogni, le nostre aspirazioni, i desideri nascosti nel profondo del nostro cuore; a volte manca l’acqua e ci sentiamo aridi, senza più lacrime da versare, privi di emozioni e di slancio; a volte manca la farina e siamo un insieme di cose che non c’entrano nulla l’una con l’altra, in noi regna il caos e il non senso. Tutto questo, in realtà, ci parla essenzialmente di Dio, di chi siamo, e di dove siamo diretti.
Dacci oggi quello che ci serve per nutrire di senso ciò che accade, per guardare con occhi di figli amati la nostra vita, per ricordarci la meta finale, ovvero il Paradiso. Dacci di ascoltare il nostro corpo, di sentirlo da dentro perché possa raccontarci di Te, perché le sensazioni, le percezioni, i sapori, gli odori, le tensioni, i dolori, tutto possa essere dono. Dacci di saperTi riconoscere nell’opera più complessa e meravigliosa che hai creato!
Oggi chiediamo la grazia di imparare a guardare così il nostro corpo, non come una macchina imperfetta, non come una bomba ad orologeria, non come un’insieme casuale o caotico di informazioni, sintomi, segnali… ma come un prezioso dono con cui entrare in relazione, un racconto infinito, perfetto ed eterno di ciò che siamo stati, di ciò che siamo e di ciò che saremo (che non è ancora stato rivelato, Gv 3,2)!
Con questa preghiera non Gli stiamo chiedendo un pane che ancora non c’è sulla nostra tavola, ma di scoprire da sotto il tovagliolo quello che mascheriamo o nascondiamo: il nostro corpo!

Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori
Abbiamo visto come il nostro corpo vive la dimensione verticale. Gravità terrestre e gravità celeste. Senza la prima non staremmo con i piedi per terra, le nostre ossa sarebbero inconsistenti, non avremmo radici. Senza la seconda perderemmo il senso ultimo della nostra esistenza, la meta che dà un respiro più alto, profondo, vitale…le nostre vertebre sarebbero perennemente schiacciate. Ci è data, però, anche una dimensione orizzontale. Muovere i nostri passi su questa terra, camminare, correre. Tutti gesti che facciamo quotidianamente e che facciamo andando avanti, dove volge il nostro sguardo. Solo l’equilibrio tra queste dimensioni ci permette il movimento. Io cammino solo se appoggio saldamente i piedi a terra, se mi slancio in avanti e se ho propulsione verso l’alto. Contemporaneamente e a ritmo preciso.
Cosa succede se ho un blocco? Ho male a una caviglia? Un crampo improvviso? Una paura che mi tiene legato alla sedia? Resto fermo. Non sperimento il movimento, che è vita. Il corpo non ha la possibilità di esplorare lo spazio attorno a sé e così perde occasioni di incontro.
Questo è il peccato. Quello che ti incatena. Il nostro corpo è pieno di catene, che ci ritroviamo, che ci vengono messe, che ci diamo da soli. Catene interne, catene riflesse, catene somatizzate. La buona notizia è che Gesù viene per spezzarle tutte! Lui perdona come un liberatore, non come uno smemorato. “Ri”mette i nostri debiti, instancabilmente. Ci “ri”lancia continuamente nella vita, ci “ri”dona possibilità, afferma con amorevole decisione che noi non siamo i nostri peccati, ma ciò che possiamo essere! Di nuovo, noi stessi!
Oggi facciamo nostre tutte le catene che sentiamo in noi e su di noi, amiamole così come le ama Lui e ripetiamoci “Gesù viene a redimerle! Non ho più paura di nulla!”. Amati e “ri”amati, andiamo dai fratelli che la giornata ci mette accanto a fare altrettanto. Liberiamo come siamo stati liberati noi! “Io ho avuto compassione di te, non dovevi anche tu avere pietà del tuo fratello?”

E non abbandonarci alla tentazione
Potremmo tradurre questa frase di Gesù così: “Non lasciarmi solo, aiutami a scegliere il bene, libera il mio cuore perché sappia sentire e riconoscere il desiderio profondo che ho di Te, del Tuo Perfetto Amore”. Ancora una volta è lo sguardo a fare la differenza, a darci la prospettiva dell’Oltre, del Cielo. Cosa mi da più vita? Cosa mi aiuta davvero a crescere, a fiorire, a slanciarmi verso la gioia piena?… e se fosse una Grazia?
La tentazione, allora, diventa un’occasione per restare ancora una volta affascinato da Gesù, per invitarlo a scendere nella mia ombra, nelle mie ferite, nelle mie storture. Attraversando la tentazione mi riconosceró, di nuovo, piccolo, povero, bisognoso di aiuto e, quindi, profondamente amato, libero, curato… ricco!
La mia debolezza diventa la mia forza, perché “tutto posso in Colui che mi dà la forza “. E posso finalmente uscire dalla logica che vede il corpo come costantemente in lotta contro il piacere, come perdente davanti a qualcosa di sbagliato, come oggetto unico di scandalo davanti ad un peccato attraente e seducente. Ma come protagonista di un incredibile cambio di prospettiva, dove non vince la volontà umana, ma la bellezza divina: la santità è una passione convertita, non una passione spenta”.
Chiediamo quindi a Dio di vedere il bene possibile e l’orizzonte di speranza davanti a tutto quello che il nostro corpo continuamente ci fa sentire e sperimentare, perché sia il nostro occhio ad illuminare il corpo nel dolore e nel piacere, non cercando di edulcorare, reprimere o modificare quanto viviamo, ma di goderne come un dono d’Amore.

Ma liberaci dal male
Ieri, arrivati molto stanchi e provati da una settimana impegnativa, dovevamo ancora girare il video di oggi. Eravamo davvero nel bel mezzo della tentazione. La tentazione di lasciar lì, di ammettere a noi stessi che i nostri corpi ci stavano frenando (mal di testa, sonno, contratture da posizioni impossibili a letto per allattamento e via discorrendo…). Abbiamo messo in discussione non solo il video, ma tutto il progetto che abbiamo iniziato! Nello sconforto della tentazione, così si fa. Si va giù e si tocca il male, quello che ti fa male davvero, dentro. Lì ti senti un nulla.
Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo ripassato cosa avremmo voluto condividere con voi oggi, lasciando che il Signore prendesse in mano la situazione. Il tempo ormai era poco, le energie restavano quelle. Insieme a voi abbiamo proprio detto “Non abbandonarci alla tentazione”, e ci siamo buttati davanti alla telecamera.
Oggi festeggiamo Cristo Re. Perché questo è Cristo: Re! Re della nostra vita, Re sulle nostre manie di protagonismo, Re sulle nostre capacità umane, Re sulla tentazione! Re sul male e sul Maligno che vuole distruggere quel po’ di bene che cerchiamo di costruire!
Con la sua morte e resurrezione Gesù viene a dirci che proprio nella nostra morte, nella nostra tentazione di buttarci via, nei limiti dei nostri corpi, ci prende in braccio per portarci fuori e ricordarci che noi, da soli, non possiamo nulla!
Eccoci qui, allora, con il video di oggi, il quarto del percorso “Àmati! Smetti di far del male al tuo corpo!”:
https://youtu.be/hhPDHcVFwgw
Fieri di non essere perfetti, di esserci impappinati, di presentarci con le occhiaie (se non si vedono, fidatevi…c’erano!!)…fieri di essere noi! Per Cristo, con Cristo, in Cristo…come corpi donati al vero Re!
Buona Domenica bellezze!
“Siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati”!!
A presto!!
Emanuele&Marianna
Contenuti di valore… Grazie!
Grazie a te!