Ciao a tutti!
Siamo qui, al Giovedì Santo, all’inizio del Triduo Pasquale. Abbiamo scalato la montagna della Quaresima, vissuto nei nostri deserti, assetati e affamati….ma di cosa?
Già, oggi Gesù inizia la sua di scalate, quella che lo porterà dove nemmeno Lui vorrebbe….ma è anche quella che porterà noi a dissetarci, a saziarci davvero, per l’eternità!
Questa scalata Lui la compie nel suo corpo, con il suo corpo, tramite il suo corpo….come? Che cosa fa per noi?
Negli anni passati, sotto invito di alcuni sacerdoti, in ritiri ai quali abbiamo partecipato o in catechesi ascoltate, abbiamo fatto l’esercizio del “In quale personaggio della Passione ti riconosci?“. È un esercizio molto utile, che ti fa entrare nella carne di coloro che erano fisicamente vicino a Gesù in questi giorni…ti fa sperimentare come le loro storie, tutta la storia che ascolteremo è ancora attuale e lo sarà sempre. Per certi aspetti, nel ripensare ad alcuni momenti vissuti riconoscendoci in Pietro o in Pilato o in Maria Maddalena…ci vengono ancora i brividi! Perciò, se questo è un approccio che volete sperimentare, lo consigliamo!
Quest’anno, però, lo Spirito Santo ci ha suggerito un’altra idea, forse uno step successivo a quello descritto in precedenza o forse solo una modalità ancora differente: non fissare uno o più personaggi, fissa Gesù e il Suo corpo.
In questo Triduo, infatti, vorremmo condividere con voi alcune riflessioni sul come vivere questi giorni tenendo fisso lo sguardo su Gesù e su come usa il proprio corpo per raccontarci la sua passione, morte e resurrezione. Perché questo?
Gesù stesso più volte ci invita a guardare a Lui e imitarlo, perché “Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi” (Gv 14, 12)…perciò “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre Vostro celeste!” (Mt 5, 48).
Ci sta chiaramente dicendo di non aver paura di puntare in alto, di guardare a Lui e sognare cose ancora più grandi! Siamo noi che, con le nostre paure, insicurezze, peccati, limiti, catene, freni a mano…teniamo inchiodata la Grazia. Non ci diamo la possibilità di spostare una montagna con un dito, non abbiamo abbastanza fede. “Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.” (Mt 17, 20)
Noi, durante i nostri primi mesi di fidanzamento, non sapevamo che pesci pigliare. Dopo l’innamoramento e l’entusiasmo pazzesco iniziale è arrivato subito un periodo di grande prova. Non riuscivamo a capire come mai, già all’inizio, quando tutto dovrebbe essere idilliaco, facevamo tanta fatica ad amarci così, gratis. Mettevamo continuamente delle condizioni, facevamo a gara di chi dimostrava di più e meglio il suo amore per l’altro. Era un amore condizionato, non incondizionato.
Abbiamo preso pian piano consapevolezza di questo, abbiamo iniziato a dare un nome ai nostri caratteri e a ciò che ci faceva scontrare…abbiamo iniziato a metterci mano per uscirne. Tuttavia, rimanendo fissi sui problemi, cercando di sforzarci per andare oltre, per trovare una via che ci facesse uscire da alcuni vicoli, che a volte sembravano davvero ciechi…ci affannavamo e basta. Raggiungendo risultati perfino peggiori in alcune occasioni.
Questo è quello che possiamo paragonare all’immedesimarsi nei personaggi della Passione: riconosci di essere fragile, di non essere Gesù. Di essere un traditore, un fallito, uno che davanti alla croce scappa.
“Ma come, avete appena finito di dire che l’esercizio di riconoscerci in qualcuno a fianco di Gesù è utile! E adesso dite che vi ha portato a fare quasi peggio?”.
Il punto, infatti, non sta nel fare questa cosa, cioè nel prendere coscienza del tuo limite, iniziare a lavorarci e fare “mea culpa”. Il punto non è vedere i tuoi problemi, darci un nome e cercare di risolverli. Questo è sacrosanto farlo ed è il minimo. Il punto è SE ne esci, COME ne esci e, soprattutto, CON CHI ne esci. GRAZIE A CHI ne esci.
Infatti, tornando a noi, dopo aver iniziato il duro lavoro di impastare le mani nelle nostre fragilità, ci siamo accorti che mancava ancora qualcosa. Sperimentavamo che fissare lo sguardo sui problemi per risolverli era ancora un passaggio incompleto se non era accompagnato da una meta. Un viaggio ha senso e trova le risorse intrinseche solo se ha una meta. Tu trovi la spinta per migliorare te stesso e le tue relazioni se dietro a tutto ciò c’è un senso, una meta, un arrivo che va oltre te, che supera te e che ti dona le energie per farlo. Perché altrimenti, dopo aver usato la tua benzina iniziale e aver fatto qualche chilometro, se non ne hai di nuova, la macchina si ferma. E non riparti.
È stata questa sete di altro, di oltre, di un di più, che ci ha spinto a iscriverci al corso fidanzati ad Assisi e, lì, scoprire uno sguardo d’Amore che sana ogni ferita, uno sguardo d’Amore che ti dona la meta del tuo percorso, uno sguardo d’Amore che prima di ogni altra cosa AMA i tuoi problemi e ti INSEGNA AD AMARLI prima ancora di volerli risolvere!

Questo è il punto! Tu sai fissare lo sguardo su questo Amore prima ancora che su di te? Oppure, sai fissarlo proprio perché, fissandoti solo su di te, hai visto che non ci salti fuori? Sai goderti questo Corpo di Cristo che ha Passione, che Muore e che Risorge per te, anziché affannarti per fare qualcosa per Lui, per metterti la coscienza a posto, per timbrare il cartellino alle funzioni religiose così anche quest’anno sono stato bravo?
Se vuoi seguirci nei nostri personali spunti che lo Spirito Santo ci ha suggerito nel meditare la Parola di Dio che ascolteremo in questi giorni, vi invitiamo ad ascoltare la LIVE che abbiamo fatto ieri, Mercoledì Santo, a questo link!
Vi consigliamo di prendere carta e penna e segnarvi i passi che diciamo a voce, mettendo anche in pausa…perché il nostro desiderio era e resta quello di portare spunti, stimoli, non risposte…la cosa più importante è aprire la Parola e lasciarsi poi ispirare direttamente da quella! Seguire i passi che abbiamo suggerito (e che a nostra volta sono stati indicati) è un aiuto, ma il bello è aprire su altre pagine e andare a scrutare altrove, in base ai link che scattano in testa meditando! Ciò che che conta è stare su questa Parola, acqua viva, fonte inesauribile! E magari se lo Spirito suscitasse cose diverse dalle nostre! Bisogna! E se cosi sarà, se vorrai, condividile con noi! Ne saremo grati e ne faremo tesoro!
Grazie e…buona preghiera!!
Vi vogliamo bene!
Lele&Mery&co