Perché leggere la Bibbia?

Perché leggere la Bibbia? Cos’è la Parola di Dio? Cos’ha di così prezioso e unico rispetto ad altri testi? Ma non è scritta da uomini? Non posso trovare altrettanta verità altrove? E cosa c’entra con noi, oggi? E con questo percorso? Con il corpo? E quale Bibbia prendere?

Eeehi piano piano. Una cosa alla volta! Queste domande scorrono spesso e volentieri nelle nostre menti…vediamo di fare un po’ di ordine!

Usiamo la nuova edizione della Bibbia “La Bibbia. Scrutate le Scritture” versione ufficiale CEI, edizioni San Paolo 2020, per rispondere (ci si prova)!

“Non va mai dimenticato che la “natura umana” del testo biblico non è in contraddizione con la sua “natura divina”: analogamente a quanto accade nell’incarnazione di Cristo, l’ “umanità” della Bibbia, lungi dall’essere di ostacolo, è al contrario condizione imprescindibile per l’accesso al suo contenuto divino, via all’incontro con Dio stesso.”

“Se è vero, d’altra parte, che nella molteplicità delle parole umane è contenuta l’unica parola di Dio, allora la Bibbia si può leggere come un tutto armonioso, giacché la varietà delle voci e perfino le dissonanze contenute in essa non sono d’impedimento alla comprensione, bensì son parte di una “sinfonia“, la più bella mai scritta, irriducibile a un unico suono.”

Gli 8 principi che hanno ispirato questa nuova edizione sono i seguenti:

1. La Bibbia va letta con la Bibbia. La Sacra Scrittura è una continua rilettura di sé stessa. Essa è veramente parola di Dio e veramente parola dell’uomo. Esaltare una delle due realtà a discapito dell’altra o capire male la loro relazione potrebbe indurre in errore.

2. Necessità di recuperare l’ermeneutica e la tradizione dei Padri della Chiesa e dei rabbini. Tra i Padri e i rabbini vi è indubbiamente una differenza ermeneutica sostanziale, giacché per i primi la chiave di tutte le Scritture è Cristo; pur tuttavia, essi sono uniti nella convinzione che esista un “al di là del versetto“, che è sempre da decifrare.

Per i Padri, la Scrittura è un tesoro inesauribile e una fonte inestinguibile, mentre i dettagli in essa presenti costituiscono perle preziose o “noci”, di cui, una volta aperto il guscio, si può gustare il delizioso sapore.

“Tutto ciò che leggiamo nei divini libri brilla e rifulge anche nella “corteccia”, ma è più dolce penetrare fino al midollo. Chi vuole mangiare la noce, rompa il guscio!” (Girolamo)

Gli enigmi, le tensioni e perfino le incoerenze del testo sono provvidenziali, volute da Dio, affinché il lettore apprenda l’umiltà e nello stesso tempo sia stimolato alla ricerca su un testo che non annoia mai e che lo vuole coinvolgere in continue riletture.

3. Attenzione all’esperienza esistenziale, alla liturgia e alla tradizione orale. Tre dimensioni che rendono la Bibbia non un libro noioso o “piatto”, ma per l’appunto “tridimensionale” e quanto mai vivo e attuale. Per quanto concerne la Bibbia, infatti, prima dello scritto c’è sempre l’esperienza viva dell’incontro con Dio.

La Parola di Dio trascende la Scrittura e ha una potenza infinita sulla nostra storia concreta. “Che cosa significa ciò che è scritto per noi, oggi, nella nostra concreta situazione esistenziale?“. L’uomo è chiamato ad accogliere, interpretare, mettere in pratica e incarnare la Parola nella sua vita.

4. Interesse costante alla storia e alla geografia della salvezza. Nell’ebraismo e poi nel cristianesimo non è primariamente l’uomo a cercare Dio, ma è questi che va alla ricerca dell’uomo, da Abramo, inizio della storia della salvezza, fino a giungere, per noi cristiani, al suo culmine nel Nuovo Testamento.

Nel NT Gesù Cristo è “il Luogo” per eccellenza, il tempio fatto carne. Nella sua persona, egli è la sintesi e il compimento di tutta la storia della salvezza. Nell’AT e poi nel NT, Dio sceglie anzitutto “pietre vive“, testimoni che siano il “luogo di Dio”.

5. La Parola di Dio eccede la Scrittura. La Scrittura è certamente Parola di Dio, eppure quest’ultima è più ampia della prima, perché prima dello scritto vi è l’esperienza del Dio vivente che continua ad agire e a parlare nella storia. Ciò vale ancor di più nel cristianesimo, per cui la parola di Dio non è solo uno scritto, ma il Lògos stesso, Cristo.

La Bibbia non ci è stata affidata da Dio solo per essere scrutata individualmente, bensì anzitutto per essere ascoltata, proclamata e celebrata nell’assemblea liturgica. Locus privilegiato della Parola è quindi la liturgia: la prima rimane uno “scheletro”, una parola morta, senza un’assemblea che l’ascolta e la celebra.

6. La Parola è polisemica (ha più significati) ed è evocativa di per sé. I rabbini sono convinti che la Toràh possieda “settanta volti” o “gusti”, proprio come il vino. I Padri, dal canto loro, pur sempre intenti alla ricerca del senso letterale, sono fermi sostenitori di un senso spirituale più profondo di quello immediato.

Meglio non rinchiudersi nelle “prigioni dorate” del letteralismo, ma cavalcare nelle praterie dell'”oltre ciò che sta scritto”.

Se non vi fosse che un solo senso da dare alle parole della Scrittura, il primo interprete lo troverebbe e gli altri uditori non avrebbero più il faticoso lavoro della ricerca, né il piacere della scoperta. Ma ogni parola di nostro Signore ha la sua forma, ciascuna forma molti membri e ciascun membro la sua fisionomia. Ognuno ascolta secondo la sua capacità e interpreta come gli è donato. (Efrem il Siro)

7. Leggere la Bibbia è incontrare il Dio vivente. La Scrittura, pur contenendo la Rivelazione ed essendo una sua fonte, non ne esaurisce tutto il dinamismo. La Bibbia, infatti, contiene un “sovrappiù di senso” che solo in un rinnovato incontro tra Dio e l’assemblea/il singolo dischiude tutta la sua potenza.

Al di là del versetto vi è quindi Dio stesso, la cui Parola “abita” nelle parole umane, e di conseguenza tutti i libri ispirati “spirano la pienezza dello Spirito e non v’è nulla sia nella profezia, sia nella legge, sia nel Vangelo, sia nell’Apostolo che non discenda dalla Pienezza della maestà divina. E perciò anche oggi le Sacre Scritture spirano parole di pienezza, spirano per chi ha occhi per vedere le cose celesti, orecchi per udire quelle divine e narici per sentire quelle che spirano dalla pienezza.

8. Per i cristiani, la chiave di tutte le Scritture è Cristo, l’Agnello che scioglie il libro sigillato, che simbolizza prima tutta la storia della salvezza e poi anche la Scrittura. Solo chi ha lo Spirito dell’Agnello può comprendere la Parola, perché la legge nello stesso Spirito in cui è stata scritta.

Mentre per gli ebrei il Lògos divino è la Toràh increata, per i cristiani è una persona, Cristo, la Parola fatta carne: egli è “Colui che ha in mano la chiave di Davide” che apre tutte le verità contenute nella Sacra Scrittura. Non conoscere le Scritture equivale a non conoscere Cristo.

La Sacra Scrittura è come una perenne incarnazione del Lògos: la lettera del testo è analoga al corpo umano assunto dal Figlio che contiene e racchiude la sua divinità. Scrutare le Scritture significa quindi ascoltare Dio e avere dinanzi agli occhi Cristo.”

Beh, devo dire che leggendo questa introduzione, si trovano già tutte le risposte che cerchiamo…e sono tantissime, anche, le analogie che ho visto e intravisto riguardo al corpo e a ciò che desideriamo testimoniare con la nostra vita e con questo progetto!

Innanzitutto, Dio non è in contraddizione con noi! Dio non è altro dalla nostra umanità! Dio è impastato con essa, vive in noi, ha assunto un corpo come il nostro e ci ha lasciato la Sua Parola per comunicarcelo!
Ogni Sua Parola compone una lettera d’amore per noi, ed è magnifico.

Nello studiare il corpo umano ho sempre pensato come questo sia stato creato come una grande orchestra: tante voci, tanti suoni, messe insieme in una sinfonia meravigliosa.
Ed è ciò che troviamo scritto della Bibbia stessa!
L’armonia delle parti nel corpo come delle parole in un’unica Parola, la Sua.

Il corpo, quindi, è la Parola stessa! È l’unione delle nostre parole, delle nostre membra!
Il corpo rappresenta la Parola di Dio, nasce in essa, si fonda in essa, cresce in essa e diventa saldo in essa!

Lo Spirito Santo è quel filo che unisce le parole, le membra…fa comprendere, amalgama, dona al corpo senso e forma.

La Bibbia è inesauribile, mai noiosa, sempre nuova.
“La Parola di Dio è un albero di vita che da tutte le parti ti porge frutti benedetti” (Efrem il Siro)
È infinita, sempre in movimento.
Come il corpo! Esso ha in sé continua rigenerazione di tessuti, cellule, particelle…c’è un continuo cambiamento che va solo assecondato, vissuto, letto. Rispettato.
Nel nostro corpo, come è avvenuto per quello di Cristo e come avviene alla Parola di Dio, c’è continuamente una dinamica di passione, morte e resurrezione. Sempre. Senza che noi facciamo nulla.

E, così, come nella Bibbia le tensioni, gli enigmi, le incomprensioni sono volute da Dio per spingere alla ricerca e allo studio…così il corpo, tramite i suoi messaggi, a volte di dolore, di tensione, incomprensibili e spesso rifiutati…desidera continuamente comunicarci qualcosa. Per scavarci dentro, leggerlo, amarlo di più.

“Le crisi sono lì per convertirci, non per caso.” (Don Luigi Maria Epicoco)

Inoltre, ed è l’aspetto più importante che dona senso a tutto, la Parola si incarna. Non si legge e basta, c’è un di più che va colto, va vissuto e va incarnato. Cioè DIVENTA TUA e poi DIVENTA TE! Tu, nel tuo corpo, diventi la Parola, se la leggi in questo modo. Se ti lasci penetrare, plasmare, formare da essa!

È questo il motivo per cui Gesù risponde al Demonio che “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio”. Il nostro corpo non cresce e si forma soltanto con ciò che mangiamo a livello alimentare…si ciba della Bibbia!

Io, noi, possiamo testimoniarlo sul serio…da quando prendiamo in mano la Bibbia in questo modo e voi stessi ci spronate a farlo (perché camminare per qualcun altro significa anzitutto camminare per sé stessi)…è Vera Vita! Caspita se lo è! Ti dimentichi davvero di mangiare il pane se sei immerso nella Parola così!

Dio scende verso di noi, ci viene incontro, e lo fa tramite la Parola e mandandoci suo Figlio, Gesù, che è la Parola, con un corpo come il nostro!

“Io non credo in Dio, non lo sento, non mi risponde, non so dov’è…qui tutto tace…perché dovrei crederci?”

È lì!! È nella Bibbia, è nella Parola, è in Cristo fatto Parola, è nel tuo corpo fatto Parola!!
Se vuoi parlare con qualcuno, conoscerlo, sentire se c’è, ascoltare la sua voce…non vai a cercarlo? Non gli mandi un messaggio e leggi la risposta? Non lo chiami e senti la sua voce, le parole che ti dice?
Con Dio è uguale!

Non conoscere le Scritture equivale a non conoscere Cristo…perciò a non conoscere nemmeno noi stessi, che siamo il Suo corpo, chi siamo e cosa siamo qui a fare. E così, anche il nostro corpo non è comprensibile se non alla luce di quella Parola che lo anima!

“La Sacra Scrittura è come una perenne incarnazione del Lògos: la lettera del testo è analoga al corpo umano assunto dal Figlio che contiene e racchiude la sua divinità.”

Eh caspita! Potrebbe bastare solo questo! Cristo è il luogo dove dimora la Parola che tanto vorremmo sentire quando diciamo che Dio non mi parla mai.
Tu, con il tuo corpo, sei il luogo vivente dove la Parola riprende vita e forma, dove Gesù risorge ogni giorno, se le permetti di entrarci e di farlo. Se la leggi, entra in te, la mastichi e diventa membra delle tue membra…allora tu stesso riprendi vita e forma!
Perché se tu sei Parola e la Parola è vita…tu sei Vita!!!

Come Cristo!
Che ci ha detto “Farete cose più grandi di me!”

Cosa stiamo aspettando???

Corriamo a scrutare insieme!!

Resta una cosa: devo prendere per forza questa Bibbia se ne ho un’altra in casa? No, l’importante è che ci siano, a fianco o in fondo alla pagina del testo che stiamo scrutando, delle note che portano ad altri testi biblici…dei collegamenti per “leggere la Scrittura con la Scrittura”, e non soltanto note storiche. In ogni caso, questa Bibbia, chiaramente, è quella che ha più note di questo tipo essendo stata redatta appositamente per scrutare.

Nell’articolo successivo trovate come fare la Scrutatio della Parola!

Buon cammino insieme!

Lele

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