Prega con tutto il tuo corpo

Quante volte nella vita ci limitiamo ad uno sguardo furtivo, superficiale, alle dicerie su una persona o una situazione? E in una relazione quanto ci autorizziamo a darci tempo per scavare a fondo, quanto coraggio abbiamo di lasciarci vedere dall’altro, quanto giochiamo in fiducia e quanto in paura?

E quando ci approcciamo alla Parola di Dio? La leggiamo, la sentiamo e poi..? Ci lasciamo interrogare veramente dal suo contenuto, lasciamo che quello sguardo penetrante ci provochi, ci lasciamo spogliare? Spesso il rischio è quello di continuare a interpretarla per sentito dire, con ragionamenti vuoti, oppure a nostro modo o, peggio ancora, come una morale, una regoluccia, un metodo da seguire a memoria.

Resta tutto nella testa, non si incarna mai, non entra mai nella nostra vita quotidiana. Si affaccia a noi soltanto la Domenica o quando partecipiamo ad altre funzioni o momenti religiosi.

Si, religiosi. Restiamo nella religione e non entriamo nella fede. Questo può valere per ogni cosa che ascoltiamo, leggiamo, sentiamo, facciamo…possiamo sempre decidere quanto entrare in profondità e lasciarci spogliare…e quanto, invece, lasciar correre o cercare di ottenere il minimo che ci serve (o che pensiamo che ci possa servire) e andare avanti.

Nelle relazioni restiamo nel colpo d’occhio, non entriamo nel mistero dell’altro, non intessiamo un incontro autentico, restiamo nei nostri schemi mentali e nei nostri poveri binari… molto spesso essenzialmente per PAURA!

Anche in questo nostro percorso e nel rapporto con il nostro corpo può succedere questo. E ora siamo proprio qui! Abbiamo percorso alcune tappe nelle quali il Signore ci ha comunicato il suo Amore, il suo desiderio di venire ad abitare in noi…ci ha portato all’essenziale, al cercare il dialogo interiore con Lui lasciando perdere ogni formalismo o parola di troppo…ci ha condotto nel viaggio di (ri)scoperta di noi, del nostro passato, con il Suo sguardo di misericordia. Il tutto incarnandolo nella nostra carne, nel nostro corpo.

Ci siamo messi in ascolto serio di quanto Dio ha da dirci tramite esso e abbiamo scoperto quanto ci stima, quanto ci ama, che prodigio siamo!

E ora? Concretamente, con questa ciccia che ci ritroviamo attorno al nostro scheletro…cosa ci facciamo? Come la trattiamo? Come la tocchiamo? Come trasformiamo questo ascolto in azione, in pratica?

Entra nella tua camera, chiudi la porta e prega. (Mt 6, 6)

Nel capitolo 6 di Matteo, “dopo essersi confrontato direttamente con alcuni dei comandamenti, Gesù approfondisce il suo rapporto con la legge divina ponendosi di fronte alle tre opere principali della pietà giudaica”, ci spiega la Bibbia. “Quello che chiede non è la loro abolizione, invita piuttosto a vivere queste tradizioni in modo sincero, senza secondi fini.”

Infatti, abbiamo già sentito Gesù parlare così…nel capitolo precedente…

Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. (Mt 5, 17)

E allora cos’è questo compimento? È dare ciccia a ciò che sentiamo, è dare carne allo spirito! Il corpo ci è stato donato per goderne, farne godere gli altri e godere del creato! Il corpo, con le sue “porte d’accesso”, i sensi, ci dona la possibilità di sentire concretamente l’amore, la vita!

Come posso, allora, sperimentare in questo modo che la casa di Dio è il mio corpo? Come posso chiudere la mia stanza, le stanze del mio cuore, e godere della relazione con Dio nel mio corpo? Come posso pregare con tutto il mio corpo?

L’embriologia ci insegna che il primo senso che si sviluppa in utero, in gravidanza, è il tatto! È il tatto il canale preferenziale per entrare in relazione.

La mamma avvolge il bambino e lo tocca fin dal primo istante, fin da dentro la pancia. Il papà realizza il suo essere papà quando può finalmente tenere in braccio il suo piccolo. Io entro in relazione con il corpo dell’altro abbracciandolo, accarezzandolo, toccando la sua pelle.

Davanti a Tommaso incredulo Gesù risponde:

Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente! (Gv 20, 27)

E anche a noi, increduli e creduloni:

Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho. (Lc 24, 38-39)

Il tatto è ciò che Dio ha creato in noi per avvicinarci a Lui! È pazzesco, perché non siamo noi a doverci inventare voli pindarici e salti mortali per raggiungere Lui…non siamo noi a doverci innalzare sopra le nostre forze e fare maratone di preghiera recitata (spesso con le labbra e non con il cuore) per toccarLo…è Lui che è sceso, è Lui che si è incarnato, è Lui che ci ha dato un corpo e ci dice, ogni santo giorno: se vuoi toccare me, tocca te! Accarezzati, passa la tua mano sulla tua pelle…Io sono in quel tocco, Io sono in quel corpo!

Già, perché se incontriamo questo sguardo d’Amore non possiamo non innamorarci di come siamo, di come ci ha pensati, fatti, incarnati! E quindi ogni centimetro di pelle, ogni neo, ogni sfumatura di colore, ogni cosa che “è proprio lì ed è proprio così” prende un senso nuovo, ha il fascino del Mistero e dell’Ignoto…il nostro personale bello e tenebroso! Innamorarsi del proprio corpo è il primo passo per godere da Dio, di sè, del mondo, degli altri!

Gesù non ha scherzato con il proprio corpo, lo ha donato: prima che gli altri godano di chi sei, del tuo corpo, godine tu in pienezza! Dio brama abitare in questo tuo bel corpo perché tu possa essere candelabro della sua luce, faro nell’oscurità del nulla, affascinante bellezza che attira a Lui.

E come fare? Come rigenerare all’amore quei fianchi, quelle gambe, quel naso, quelle orecchie, …. che proprio non ti piacciono e non vorresti dover nemmeno guardare? Ma proprio iniziando a vederle, a portare la tua attenzione su di loro, a toccarle, ad accarezzarle, a contenerle, a dargli una forma, essenzialmente costruendo con il tatto la tua relazione d’amore con loro, ringraziandole perché tu sei grazie a loro, proprio così come sono: vivile e prenderanno vita, il corpo è il dono più grande che hai!

Tu sei la creatura più bella che Dio ha fatto: donati la possibilità di esistere, di essere! Ecco il mio corpo: è tuo Signore! Tu vivi in me e io vivo in Te, realizzando un intreccio grandioso fra Cielo e terra, fra Dio e l’uomo!

Ma come saprai di amare il tuo corpo in verità? Quando non ti lascerai più ingannare da giudizi superficiali e saprai abbandonarti alla contemplazione della sua bellezza: via ogni complesso d’inferiorità, confronto, invidia, ogni menzogna che ti fa credere che se la tua pancia fosse un po’ più così, il tuo naso meno colà, i tuoi capelli boccolosidefinitimanonriccielucenticomelisci allora ti piaceresti! Hai notato quanto chi fa uso di chirurgia estetica diventa sempre più perfezionista, dipendente, fissato con la forma fisica perdendo completamente il contatto con sè? L’unica ed essenziale verità è che la CASA DELLA FELICITÀ È IL TUO CORPO, l’unico tempio in cui tu puoi realmente incontrare Dio! Libera lo sguardo per scorgere la vera bellezza… e per fare tutto questo tieni bene a mente queste parole:

“Noi abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi. Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Gv 4, 16.19)

Ti dó una notizia: il bene che Dio chiede al Cristiano è (rullo di tamburi e orecchie ben aperte) INCOMINCIARE AD AMARSI! Pronto? Nessuna tombola di beneficenza, nessun catechista dell’anno, nessun supereducatorespaziale… se non dopo aver incarnato questa Buona Notizia ed essere completamente e interamente il Mistero di te stesso! Solo dopo questa svolta, questa inspiegabile esperienza, questo bagno d’Amore puro, libero, gratuito, infinito nel tempo e nello spazio, solo allora sarai pervaso di un’ energia portentosa, creativa, dinamica, vigorosa, travolgente che potrai trascinare con te il mondo intero! Tutti saranno attratti da te e intenderanno il tuo messaggio perché sarai ricolmo di Spirito Santo!

Inizia a pregare Dio di insegnarti a vedere la vera bellezza, a vivere come Figlio Amato e inizia a vivere con questo sguardo la tua esistenza! La salvezza passa attraverso il corpo, il corpo donato di Gesù che porta frutto anche per te, una vite sovrabbondante di tralci, basta solo aprirsi alla Sua Linfa di Vita!

Così potrai sbocciare per il dono unico che sei tu per il mondo: tu e solo tu puoi essere te stesso… e potrai compiere la tua vocazione!

Forza forza!

Corri a toccarti!!

Emanuele&Marianna&co.

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