27.09.21: Battesimo
Tra i passi paralleli della Parola di ieri c’era anche…il Vangelo di oggi.
Così come il Vangelo di Matteo al capitolo 18.
Denominatore comune? I bambini e l’accoglienza.
C’è un continuo riferimento all’accoglienza del bambino. Contrapposta a questo zelo per l’appartenenza, al sentirsi “tra quelli di Gesù”, al giudicare gli altri perché “non ti seguono insieme con noi”.
Ed è curioso pensarla in termini di followers di Instagram. Un meccanismo malato creato per ammalare pure noi.
Sempre più preoccupati che gli altri “ci seguano”.
E noi, invece? Chi seguiamo?
Gesù dice a noi. Dice a te.
Ma tu mi accogli o no?
Ma tu mi accogli o pensi alla giustizia nel mondo?
Ma tu mi accogli o pensi a legiferare sull’emergenza Covid, sulla fame nel mondo, su chi è più bravo o meno bravo, più “in” o più “out”?
Ma tu ti riconosci figlio o vuoi fare il Padre?
Fai focus sul bambino, che sei.
Sul figlio, che desideri essere.
Resta sulla Parola, quel seme che feconda.
Ciò che si intromette, taglialo.
Se tu stai con Lui, non sei contro. Anche quando sbagli, quando capisci male, quando ti perdi. Lui è con te.
Ma se tu non stai con Lui…non sarai forse contro, senza nemmeno accorgertene?
Non sarai forse fuori fuoco, “disperdendo”? (Mc 12, 30)
Se ti accogli bambino, che cresce in Lui, accogli Lui. E se accogli Lui, accogli il Padre.
E Lui ti dà fiducia per “scacciare i demoni”. Nessuno potrà “impedirti” di essere Suo figlio.
Basta essere nella Verità, cercarla, viverla.
Il resto non conta. Al resto, ci pensa Dio.
Ti pare che Chi ha creato te e tutto il mondo…non si sappia difendere? Che, devi farGli tu da giudice?
A te è chiesto di seguirLo.
…
Oggi è l’ottavo giorno, nel nostro viaggio “Into the Womb”. Insieme a domani, è il giorno dell’innesto nell’utero. La blastocisti continua a immergersi, a trasformarsi, e si creano cavità piene di liquido.
È l’innesto in Lui. È l’immersione in quel liquido che è lo Spirito Santo. È il giorno del Battesimo.

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29.09: Annidamento
“Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.”
Lc 10, 3-4
Talyà in aramaico ha tre significati paralleli: agnello, servo, bambino.
In questi 10 giorni di viaggio, di espansione, di trasformazione abbiamo iniziato a capire l’importanza dell’ascolto, a toccare concretamente cosa comporta questa rinascita, a soppesare accuratamente chi siamo e chi vogliamo essere, a mollare la presa su ciò che inutilmente pesa sulle nostre spalle.
Oggi Gesù sceglie e invia 72 “operai” nella messe. Li invia come agnelli in mezzo ai lupi.
È sorprendente la scelta dei termini: agnello come servo, agnello come bambino, agnello simbolo di uno sguardo limpido e acuto sul mondo. Nei versetti paralleli siamo richiamati direttamente alla Pasqua ebraica, a quella notte di passaggio in cui da schiavo il popolo di Israele inizia il suo cammino verso la libertà, verso una vita piena, verso una terra in cui scorrono latte e miele.
Seguire Cristo ha molto a che fare con un cambiamento radicale di vita, con una trasformazione che frantuma ogni nostro limite, ogni nostra sicurezza, ogni calcolo razionale.
Ma chi ce lo fa fa’? Ma vogliamo davvero fare tutta sta fatica? Il gioco vale la candela?
Tu cosa ne dici? Quanto costa la tua libertà?
“Un solo corpo e un solo spirito come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra VOCAZIONE”.
Ef 4, 4
E cos’è questa speranza, questa meta, questa vocazione?
In Cristo ogni uomo è chiamato dall’eternità alla santità. Per raggiungere la misura della pienezza, la perfezione della gioia, la Vita vera nel compimento dell’opera di Dio…. che sei TU! Non se po’ fa’ senza di te!
C’è una vita nuova che ti aspetta, una speranza migliore di ogni altra, un Amore Perfetto.
Un figlio per poter essere, per continuare ad esistere deve essere inglobato dalla madre, come un seme nella terra. L’ovulo si seppellisce nell’endometrio, ingaggia una lotta con il corpo materno per poter rovesciare il normale funzionamento del suo sistema immunitario, che sarebbe naturalmente portato ad attaccarlo come corpo estraneo. E invece.
E invece in questo processo paradossale ancora una volta la vita passa dalla morte per continuare a vivere, per essere feconda, per andare oltre.
Eccoci qui, amici! Ancora una volta la chiamata all’Amore, alla fecondità, alla vita, è forte, è radicale, è prorompente. Ma noi abbiamo sempre una scelta. Noi siamo amati e per questo siamo liberi. Chi ti ama davvero ha come massima priorità la tua libertà.
Lasciamoci coprire da questo mantello, infiliamoci al calduccio sotto le coperte del nido Dio, dormiamo sonni tranquilli tra le braccia del Suo utero.

Mery