Sei pronto ad amarti da Dio?

Cosa significa amarsi? Perché dobbiamo amarci? Come si fa? Solo Dio che ci ha creato può insegnarcelo!

Prendiamo qualche spunto, allora, dalla Sua Parola!
Nel Vangelo di Luca, al capitolo 17, nei versetti 11-19, troviamo 10 lebbrosi che chiedono a Gesù di essere guariti.
Quante volte, anche noi, ricerchiamo la salute, lo stare bene, il risolvere un problema fisico, più o meno grave, il desiderare il nostro corpo perfetto, in forma? Quante volte ci confrontiamo con gli altri, paragonando i nostri stati di salute, finendo, poi, spesso, per vedere sempre più verde l’erba del vicino?
Siamo in continua ricerca del benessere, tuttavia non ci fermiamo mai abbastanza nel chiederci “Cosa sto cercando realmente, nel profondo? Con che occhi mi sto guardando?”.

«Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati.

Davvero Gesù ignora la nostra domanda, la nostra ricerca? Davvero ci “sbologna”?

Don Fabio Rosini ci dice a riguardo: “L’antico rito della purificazione del lebbroso indicava che nel caso di guarigione di un lebbroso, colui che doveva dire “il lebbroso è guarito può essere riammesso nel villaggio” era il sacerdote il quale doveva verificare le piaghe e dichiarare ufficialmente la guarigione. È interessante che Gesù non è che li guarisce e quindi li manda. Li manda e quindi li guarisce. I lebbrosi dovranno partire, avviarsi verso il sacerdote, ma partono da lebbrosi. E qui c’è il segreto di questa guarigione.”

Si, davvero è interessante. Gesù desidera, prima di tutto, che noi ci mettiamo in cammino sul serio per giungere a ciò che chiediamo e (ancora di più) che crediamo possa avvenire per noi! Non esaudisce le nostre richieste come un mago, ci chiede la nostra partecipazione attiva. Per questo non voleva che la gente lo seguisse per i miracoli compiuti, per le guarigioni donate. Perché sapeva benissimo che nella mente umana sarebbe scattata subito la polemica “Allora se a me non fai il miracolo significa che non mi ami! Chi sei per proclamarti figlio di Dio?”
Il punto è un altro, e ce lo mostra un personaggio di questo brano: il samaritano.

Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo.

Quest’uomo capisce una cosa fondamentale, semplicemente ciò che interessa a Gesù: riconoscere il dono fatto da Lui e ringraziare. Perciò prende l’iniziativa, si stacca dagli altri lebbrosi e torna indietro. Fa partire, dal ringraziamento, un suo percorso personale di cambiamento e rinascita. Ha compreso che la guarigione non era la meta, il fine, quella cosa da chiedere e da raggiungere per essere e sentirsi a posto. Era solo un mezzo per dare inizio a qualcosa di nuovo, a una relazione piena, con Lui e con sé stesso!

Altra cosa importante da notare è come Gesù lascia che questa consapevolezza nasca spontaneamente. Lui mette in conto che nemmeno uno potrebbe tornare indietro a ringraziarlo. Come dire, a ognuno di noi: ti permetto di capire con la tua esperienza se e quando accogliere e riconoscere il mio dono. Infatti, questo Suo obiettivo di portarci oltre la guarigione, lo capiamo andando avanti nel brano.

Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Cioè, solo dopo che il samaritano ha avuto fede (come gli altri 9) e che dà compimento ad essa muovendo il suo passo verso Gesù (l’ingrediente in più che solo lui ha messo) allora scopriamo il significato di questo Vangelo. Solo dopo che riconosciamo il dono e ringraziamo possiamo ricevere ciò che davvero ci riempie il cuore, ciò che davvero cerchiamo nel profondo: la salvezza.

Questo è il messaggio meraviglioso che Gesù ci lascia e che ci parla della relazione viva che vuole instaurare con noi!

Il corpo è il dono più grande che Dio ci ha fatto.
Sappiamo accoglierlo, riconoscerlo e così amarlo….da Dio? No! Da soli non ce la facciamo e non dobbiamo avere paura di ammetterlo! Ma con Lui si può! Lasciamoci guardare e amare!

Ci state? Vi aspettiamo!

Emanuele&Marianna

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