Chi è che dovrebbe rinascere?
Qualcuno che ha perso vita.
Qualcuno che non vive più, che sta sopravvivendo, che è immerso nel proprio peccato (ciò che divide dalla vita, il “non amore”).
Perciò, sulle orme di Pietro, partiamo dal pentimento.
Riconosciamo l’esigenza della rinascita.
Andiamo verso un cammino di conversione!
Di nuovo!
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Bentornati cari amici!!
Eccoci con un nuovo percorso che, sulla scia di “Àmati! Smetti di far del male al tuo corpo!” e “Into the Womb. Àmati, rinasci, dònati!”, ci accompagnerà, a Dio piacendo, per i prossimi 9 mesi!
Infatti, proprio di 9 mesi parliamo!
Quei 9 mesi che conosciamo tutti come tempo di una gravidanza…ma che vediamo quanto continuano ad accompagnarci in tutta la nostra vita, in un continuo cammino di rinascita e conversione!
Nascite e rinascite, sempre dentro e tramite il nostro essere corpo, anima e mente!
Nella diretta di presentazione abbiamo cercato di raccontarvi più nel dettaglio come questi percorsi e tutte le proposte che sono nate e stanno nascendo da “Un corpo mi hai dato” siano suscitate dallo Spirito Santo verso questa direzione: riconoscersi figli in relazione a un Padre che ci chiama a continue conversioni!
Questo terzo percorso sarà caratterizzato dallo studio e dallo sviluppo dei 9 mesi “fuori”, da quella che si chiama esogestazione…e la nostra piccola Gemma ci farà da grande accompagnatrice!
In questo articolo, invece, vorremmo condividervi alcune riflessioni, per approfondire le nostre motivazioni nel partire e che ci inseriscono in questo tempo storico che stiamo vivendo.
Partiamo dalla Parola di Dio:
In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Gv 10,1-10
Parliamo di gestazione, di nascita, di rinascita…quindi, parliamo anche di porta.
Perché il canale del parto è una porta.
I 9 mesi, in utero o fuori, si concludono con l’attraversamento di una porta.
Questa deve essere l’immagine che ci prendiamo anche quest’anno: un cammino verso un nuovo panorama.
Un panorama che sta di là dalla porta e che conosceremo soltanto alla fine.
“Oggi sperimentiamo la dolcezza di Dio: “le chiama ognuno per nome”. Sentirsi chiamare per nome! Dovremmo tentare ogni tanto di affidare a Gesù il nostro nome; Gesù che pronuncia il nostro nome che poi diventa un rapporto unico e profondo che fa ascoltare la Parola di cui abbiamo sperimentato l’Amore.
Ascoltare la Parola e sentirla…questo Vangelo è un tentativo per farci intuire a quale intimità il Signore ci chiama quando ci offre il suo Corpo per Amore. Sentirsi chiamare per nome, ascoltare la Sua voce è solo l’ introduzione di Chi poi ci dice: “Prendi e mangia, Questo è il mio Corpo”.”
(don Renzo Bonetti)
Sandali ai piedi e Bibbia nella mano per andare a Cristo, alla consacrazione a Lui, alla conformazione alla Sua Volontà.
Solo Lui è la porta della salvezza, la porta stretta, il canale del parto che porta alla Vita.
Solo Lui ci chiama per nome e ci indica la nostra specifica vocazione.
Solo Lui può essere chiamato Maestro!
Come per i due percorsi precedenti, la mèta è “essere eucarestia”, aprirsi al dono totale, così come Gesù ci ha mostrato tramite il suo corpo dato per amore!
E, quest’anno, in modo particolare, desideriamo concentrarci su questo Corpo mistico, che è la Chiesa.
Dopo il “corpo come casa” e il “corpo come pane”, oggi siamo qui per il “corpo come Chiesa”.
Le tre dimensioni di corpo che lo Spirito Santo ci ha suscitato per dare forma e struttura a questo progetto!
E allora, dov’è la Chiesa di oggi?
Cosa sta costruendo?
Che passi è chiamata a fare?
Eccoci che ci inseriamo nel tempo sinodale, iniziato a Ottobre 2021.
Troviamo nel Vademecum iniziale le linee generali seguenti:
“Il tema del Sinodo è “Per una Chiesa sinodale: Comunione, partecipazione e missione”. Le tre dimensioni del tema sono comunione, partecipazione e missione. Queste tre dimensioni sono profondamente interconnesse. Sono i pilastri vitali di una Chiesa sinodale. Non c’è alcun ordine gerarchico tra loro. Al contrario, ognuna arricchisce e orienta le altre due. Esiste una relazione dinamica tra le tre dimensioni che deve essere articolata tenendo conto di tutte e tre.
Comunione: Nella sua benevola volontà, Dio riunisce i nostri popoli, diversi ma con un’unica fede, attraverso l’alleanza che offre al suo popolo. La comunione che condividiamo trova le sue radici più profonde nell’amore e nell’unità della Trinità. È Cristo che ci riconcilia con il Padre e ci unisce gli uni agli altri nello Spirito Santo. Insieme, siamo ispirati dall’ascolto della Parola di Dio, attraverso la Tradizione vivente della Chiesa, radicati nel sensus fidei che condividiamo. Tutti abbiamo un ruolo da svolgere nel discernere e vivere la chiamata di Dio per il suo popolo.
Partecipazione: Un appello a coinvolgere tutti coloro che appartengono al Popolo di Dio – laici, consacrati e ordinati – perché si impegnino nell’esercitare un ascolto reciproco profondo e rispettoso. Questo ascolto crea lo spazio per ascoltare insieme lo Spirito Santo e guida le nostre aspirazioni a beneficio della Chiesa del terzo millennio. La partecipazione si basa sul fatto che tutti i fedeli sono qualificati e chiamati a servirsi a vicenda attraverso i doni che ciascuno ha ricevuto dallo Spirito Santo. In una Chiesa sinodale tutta la comunità, nella libera
e ricca diversità dei suoi membri, è chiamata insieme a pregare, ascoltare, analizzare, dialogare, discernere e offrire consigli al fine di prendere decisioni pastorali che corrispondano il più possibile alla volontà di Dio (CTI, Syn., 67-68). Sforzi genuini devono essere compiuti per assicurare l’inclusione di coloro che sono ai margini o si sentono esclusi.
Missione: La Chiesa esiste per evangelizzare. Non possiamo mai essere centrati su noi stessi. La nostra missione è testimoniare l’amore di Dio in mezzo all’intera famiglia umana. Questo processo sinodale ha una profonda dimensione missionaria. Ha lo scopo di permettere alla Chiesa di testimoniare meglio il Vangelo, specialmente con coloro che vivono nelle periferie spirituali, sociali, economiche, politiche, geografiche ed esistenziali del nostro mondo. In questo modo, la sinodalità è una via attraverso la quale la Chiesa può compiere più fruttuosamente la sua missione di evangelizzazione nel mondo, come un lievito al servizio della venuta del Regno di Dio.”
3 pilastri, come le persone della Trinità e i 3 trimestri che scandiscono i 9 mesi, lo stesso ritmo dei due percorsi precedenti!
Saranno questi i pilastri di questa esogestazione che vi racconteremo e nella quale ci immergeremo con voi!
È lo Spirito che crea, che soffia, come nella Genesi: da una costola dell’uomo nasce la donna…e l’uomo non è più solo. Abbandonare madre e padre ed essere una sola carne, è la chiamata alla comunione, alla creazione…in una società dove, invece, l’uomo è sempre più solo.
Veniamo dal percorso “Into the Womb” che aveva proprio questo come termine: la comunione, la relazione, l’importanza dell’altro. Mamma, papà e bambino che si aprono a una Novità di Vita che non ha pari!
La famiglia è l’esempio tangibile che Dio usa per mostrarci questo!
La famiglia è scoprire ogni giorno di essere in comunione, superare ogni egoismo per entrare davvero in un Corpo solo!
Da lì ci siamo lasciati e da lì ripartiremo!
Dall’arrivo di un figlio (che, come raccontiamo nel podcast “Uno spazio per te”, non è soltanto biologico!) alla vita con questo figlio!
Da una comunione CON il Corpo per andare verso una partecipazione NEL Corpo e una missione PER il Corpo!
Dio Padre ha compiuto 3 grandi opere per l’umanità, per mostrarci questo Amore uno e trino, questo Suo desiderio di averci tutti santi in Lui! Anche queste 3 opere ci accompagneranno, insieme alla Trinità e alle 3 parole del Sinodo, per darci i “titoli dei trimestri”. Li troviamo descritti nei testi riguardo al dono della Divina Volontà, consegnato a Luisa Piccarreta.
Creazione: “Nella Creazione noi possiamo vedere il ti amo di Dio negli oggetti che il sole illumina; possiamo ascoltare il ti amo di Dio nell’uccello che canta; possiamo adorare il ti amo di Dio nel profumo che emana il fiore; possiamo gustare il ti amo di Dio nei cibi, nella frutta che mangiamo; possiamo sentire il ti amo di Dio nel vento, nella brezza che ci accarezza…”
Redenzione: “Girando nelle opere della Redenzione vediamo tutto l’operato di Gesù, la sua vita, ciò che Lui ha detto e che ha fatto, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo respiro sulla Croce.”
Santificazione: “Pensiamo a tutto l’operato dello Spirito Santo; pensiamo a quante ispirazioni date, a quante accettate, ma vissute solo nella volontà umana e quindi in modo imperfetto; e pensiamo a quante ispirazioni dello Spirito Santo non accettate! In tutta l’opera della Chiesa, nel suo insegnamento, nel guidare e nel santificare le anime, possiamo vedere l’opera dello Spirito Santo.”
Attenzione!
Dobbiamo armarci di tanta preghiera, perché le tentazioni, gli ostacoli, i tentativi del Nemico di sabotare questo viaggio sono sempre dietro l’angolo…e abbiamo trovato molto interessante un discorso fatto da Papa Francesco ai sacerdoti, perché delinea 3 spazi di idolatria dai quali tenersi lontano. Per ogni pilastro un’idolatria da combattere. Vediamo un po’:
Funzionalismo: un ambito seducente in cui molti, “più che per il percorso si entusiasmano per la tabella di marcia”. La mentalità funzionalista non tollera il mistero, punta all’efficacia. A poco a poco, questo idolo va sostituendo in noi la presenza del Padre. Il nostro Padre è il Creatore, ma non uno che solamente fa “funzionare” le cose, ma Uno che “crea” come Padre, con tenerezza, facendosi carico delle sue creature e operando affinché l’uomo sia più libero. Il funzionalista non sa gioire delle grazie che lo Spirito effonde sul suo popolo, delle quali potrebbe “nutrirsi” anche come lavoratore che si guadagna il suo salario. Il sacerdote con mentalità funzionalista ha il proprio nutrimento, che è il suo ego. Nel funzionalismo lasciamo da parte l’adorazione al Padre nelle piccole e grandi cose della nostra vita e ci compiacciamo dell’efficacia dei nostri programmi. Come ha fatto Davide quando, tentato da Satana, si impuntò per realizzare il censimento (cfr 1 Cr 21,1). Questi sono gli innamorati del piano di rotta, del piano del cammino, non del cammino.
(Mina la comunione, che ci può essere soltanto tramite il morire a sé stessi e al proprio ego, il lasciare i propri programmi per quelli del Padre, il riconoscersi creature per lasciare spazio al Creatore)
Mondanità spirituale: «una proposta di vita, una cultura dell’effimero, una cultura dell’apparenza, una cultura del maquillage». Il suo criterio è il trionfalismo, un trionfalismo senza Croce.
Questo idolo sostituisce la presenza del Figlio. Questa tentazione di una gloria senza Croce va contro la persona del Signore, va contro Gesù che si umilia nell’Incarnazione e che, come segno di contraddizione, è l’unica medicina contro ogni idolo. Essere povero con Cristo povero e “perché Cristo ha scelto la povertà” è la logica dell’Amore e non un’altra. I nostri occhi devono stare fissi su Cristo, nel qui e ora della storia di Gesù con me, come lo saranno allora. La mondanità di andar cercando la propria gloria ci ruba la presenza di Gesù umile e umiliato, Signore vicino a tutti, Cristo dolente con tutti quelli che soffrono, adorato dal nostro popolo che sa chi sono i suoi veri amici. Un sacerdote mondano non è altro che un pagano clericalizzato.
(Mina la partecipazione, che ci può essere soltanto tramite la croce, l’umiltà, la povertà)
Pragmatismo dei numeri: coloro che hanno questo idolo nascosto si riconoscono per il loro amore alle statistiche, quelle che possono cancellare ogni tratto personale nella discussione e dare la preminenza alla maggioranza, che, in definitiva, diventa il criterio di discernimento, è brutto. Un idolo che sostituisce la presenza dello Spirito Santo. Questo non può essere l’unico modo di procedere né l’unico criterio nella Chiesa di Cristo. Le persone non si possono “numerare”, e Dio non dà lo Spirito “con misura” (cfr Gv 3,34). In questo fascino per i numeri, in realtà, ricerchiamo noi stessi e ci compiacciamo del controllo assicuratoci da questa logica, che non s’interessa dei volti e non è quella dell’amore, ama i numeri. Una caratteristica dei grandi santi è che sanno tirarsi indietro così da lasciare tutto lo spazio a Dio. Questo tirarsi indietro, questo dimenticarsi di sé e voler essere dimenticati da tutti gli altri è la caratteristica dello Spirito, il quale manca di immagine, lo Spirito non ha immagine propria semplicemente perché è tutto Amore che fa brillare l’immagine del Figlio e, in essa, quella del Padre. La sostituzione della sua Persona, che già di per sé ama “non apparire” – perché non ha immagine -, è ciò a cui mira l’idolo dei numeri, che fa sì che tutto “appaia”, seppure in modo astratto e contabilizzato, senza incarnazione.
(Mina la missione, che ci può essere soltanto tramite la valorizzazione della pietra scartata, il decentramento di sé stessi, l’andare verso l’ultimo posto)
Beh! Abbastanza materiale sul quale fare un bell’esame di coscienza per cominciare!
Chiediamo allo Spirito Santo di guidarci in ogni passo!
Lo facciamo tramite la preghiera composta per il sinodo e le litanie dell’umiltà! Le trovate nel pdf qui sotto! (Tutti gli altri documenti ufficiali del sinodo si trovano sul sito ufficiale)
Ti aspettiamo a bordo!
Un abbraccio!
Lele&Mery&co.
Ora che ho finito di leggere sono tentata di chiudere, cancellare, arrendermi. Riconosco in me tutte i depistaggi, gli idoli, e ho diversi anni di preghiera e comunità…. Davvero ogni giorno è un dono, un nuovo giorno. In cui sono chiamata a convertirsi, a imparare ad amare. Insieme a voi mi auguro. Un caro saluto 🙂❤️🙏🙏🙏