Tu sei degno di stima e Io ti amo!

Amici!
Avete recuperato le vostre origini? Scovato qualche foto della pancia della mamma? Riscoperto la forma dei vostri occhi appena nati?

Tranquilli, non vi diamo il voto! Un passettino alla volta, ogni giorno!
Oggi vogliamo vederne un altro insieme a voi, il secondo di 3 che ci aiuta a fare memoria di chi siamo, in preparazione alla Quaresima!

Vi ricordate che Dio desidera la nostra salvezza?
Che ha scelto il nostro corpo come casa dove dimorare su questa terra?
Che proprio lì stringe un’alleanza con noi, una relazione, fatta di poche parole e tanta intimità?
Che ci chiama a benedirLo dentro a questa casa?

Già, perché Dio davvero ha in mente cose grandi per noi, ci ha fatto come un prodigio e vuole inviarci nel mondo come missionari di un Amore gigante, che ha cambiato e continua a cambiare la storia! Usa il nostro stesso corpo e il nostro stesso essere per compiere questa promessa e onorare l’alleanza!

“Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.” (Is 42, 6-7)

Bellissimo! Chi non si accende davanti a una proposta del genere? Sa davvero di vita, di vita vera!!

Eh…però poi, la verità è che…forse ce lo ricordiamo, a tratti, ci capita…ogni giorno ci ritroviamo da capo, con le nostre menzogne, i nostri peccati che ci schiacciano e offuscano la vista…questa proposta di Dio, dov’è? Si, tutto bello…però poi? Nel concreto? E così…

“Sordi, ascoltate, ciechi, volgete lo sguardo per vedere. Chi è cieco, se non il mio servo? Chi è sordo come il messaggero che io invio? Chi è cieco come il mio privilegiato? Chi è cieco come il servo del Signore? Hai visto molte cose, ma senza farvi attenzione, hai aperto gli orecchi, ma senza sentire.” (Is 42, 18-20)

Siamo noi gli infedeli, quelli che a parole promettono tanto, si entusiasmano…e poi rompiamo l’alleanza nei fatti, a causa dei nostri egoismi, dei nostri capricci, delle nostre pretese. Accogliere questa nostra realtà senza rinnegarla è il primo passo per aprirci a un cambiamento, a una novità. Se non partiamo da ciò che siamo, in onestà, non potremo mai vedere la bellezza che è scritta in noi in mezzo alle righe dei nostri difetti, di ciò che butteremmo via!

Siamo sempre pronti a desiderare il corpo altrui, la vita altrui, le grazie altrui…svalutando continuamente l’opera di Dio nella nostra vita! Allora è qui che si apre il secondo versetto del Salmo 102, che ci sta accompagnando in questo percorso:

“Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare TANTI SUOI BENEFICI” (Sal 102, 2)

Dopo aver percorso le nostre origini e benedetto QUANTO E’ IN ME, nella mia corporeità e nel mio essere, ora siamo chiamati a benedire gli eventi positivi che il Signore ha messo sulla nostra strada. Cosa sono? Quei fatti nei quali ha bussato alla porta del nostro cuore una luce particolare, una pace profonda, un amore capace di distruggere ogni nostra paura e falsità!

Questo perchè? Che senso ha?

Nel video, che trovate su YouTube qui, raccontiamo di come, nel nostro fidanzamento, ci siano stati vari inghippi, incomprensioni, scontri, fratture…che più di una volta ci hanno fatto pensare di non essere sulla strada giusta, di “non essere fatti l’uno per l’altra”. Abbiamo vissuto in mezzo ai condizionamenti esterni, ai modelli che ti presenta la società, ai prototipi di relazione da mulino bianco nei quali l’innamoramento ti trascina e ti accompagna sempre. Non poteva esistere il fatto di litigare o trovarsi su piani emotivi differenti, “incompatibili di carattere”, soprattutto da fidanzati! “Macchè siete scemi? Bisogna essere al settimo cielo, volare sulle più alte vette insieme e baciarsi ogni giorno come fosse il primo…”

Ok, allora, noi, che invece ci prendiamo a schiaffi (metaforicamente 😀 ) e vogliamo risolvere i massimi sistemi perchè così non può funzionare? Siamo sbagliati?

“Si, forse si. Siamo sbagliati noi.” Pensavamo. E sono partiti i tira e molla.

Cosa ci ha salvato? Il fare memoria. Ricordarsi da dove siamo partiti, cosa ha acceso il fuoco che ci ha spinto l’uno verso l’altra, dove è successo, che odori c’erano intorno, che odore avevamo noi…passando, poi, per quella Parola di Dio che ci ha toccato il cuore in quel particolare frangente o per quella persona che ci ha lasciato una chicca dal sapore di vita eterna…questo ha salvato la nostra relazione, senza togliere le difficoltà, le puzze, le morti…perchè Cristo salva NELLA morte, non DALLA morte.

Non ci ha salvato la costanza di un’emozione, perchè per quanto ti vendano che esiste, non esiste. Esiste come strumento, come input, come scintilla…ma resta strumento…da ricercare, certo, ma non come fine.

Ciò che ci ha salvato davvero è stato segnare nero su bianco quei punti di luce che hanno illuminato la nostra storia! Questo ci ha permesso di vedere chiaramente l’opera che Dio aveva compiuto fino a quel momento e che stava continuando a compiere, nonostante la nostra cecità! Questo solo dava senso al percorso, al nostro specifico e specialissimo percorso! Unico!

Perciò, sì, è vero, siamo noi quel popolo cieco, che si dimentica dell’alleanza, che crede al primo che passa per strada o al “metodo perfetto per raggiungere la felicità a soli 10,99999999999999999 euro”…c’è un però…e lo troviamo proprio poco dopo, sempre nel libro di Isaia:

“Non temere, perchè io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare, poichè Io sono il Signore, tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto. Perchè tu sei prezioso ai miei occhi, perchè sei degno di stima e Io ti amo.” (Is 43, 1-4)

Allora è lì che Dio desidera arrivare. Ancora di più, è lì che Lui sapeva già in origine che sarebbe arrivato…come dire “Io, che ti ho creato, avevo già messo in conto la tua infedeltà. Ero già pronto a tenere le braccia aperte per accoglierti, anche dopo il tuo tradimento. Soprattutto dopo il tuo tradimento! Perchè tu sapessi che Io e solo Io sono il Signore dell’Amore vero, che non si offende, che non guarda al proprio interesse, che aspetta soltanto che un proprio figlio viva e viva a pieno!”

Ricordate che il nostro corpo è il santuario di Dio e che, metaforicamente, nel libro dell’Esodo, il popolo d’Israele impiega nove mesi per costruirlo? Ecco, la cosa curiosa e stupefacente, come tutte le cose di Dio, è che in questi capitoli del libro di Isaia ritroviamo ancora il paragone con la donna che attende un figlio e lo partorisce…

“Per molto tempo ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto; ora griderò come una partoriente, gemerò e mi affannerò insieme.” (Is 42, 14)

Il tempo dell’umiliazione del popolo, nel quale Dio taceva, è quindi letto restrospettivamente come un periodo di gestazione! Questo è meraviglioso, perchè Dio ci comunica che ogni giorno è pronto a ripartire con noi, a partorire simbolicamente una nuova vita per noi, in noi! Lo ha fatto in passato, lo sta facendo adesso e lo farà ancora!

Trovare il coraggio e il tempo per guardarsi indietro e riascoltare le risonanze interiori dei nostri personalissimi punti di luce ci permette di tracciare la via, vivere il presente con fede e illuminare anche il futuro, certi che sarà come Dio vorrà, certi che potremo davvero ritornare al suo mandato iniziale: essere missionari di luce!

Dai, forza! Prendete un quaderno, scrivete almeno 100 episodi della vostra vita nei quali potete riconoscere la presenza del Signore e renderGli grazie! Continuate a benedirLo e vedrete prodigi! Anzi, ancora meglio, vedrete il prodigio che siete voi!

Buon lavoro e a presto!!

Emanuele&Marianna + family

Per chi ama gli schemi: tutto il percorso in slide qui!

Per approfondire: la storia di Giuseppe venduto dai fratelli (Gen 37-50, e attenzione al significato del nome dei suoi due figli al capitolo 41, versetti 50-52!!); la storia di Pietro, dal rinnegamento (Mt 26, 33-35) al dialogo con Gesù (Gv 21, 15-25); live per capire meglio come distinguere le luci vere da quelle fasulle! (e con ulteriore passo utile, 1Gv 4, 1-6)

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