Una vita normale

Vorrei una vita normale.

Ordinaria.

Consueta.

Vorrei un lavoro normale, uno stipendio regolare, quella sicurezza a fine mese.

Vorrei non farmi troppe domande e avere tante risposte pronte, zittire il criceto che da sempre impazza nella mia testa. Alla fine non crogiolarmi sulla verità, stare sul buon senso, raccontandomela con quella giusta dose di incoscienza.

Vorrei fare attività fisica 3 volte la settimana, essere sempre in ordine, impeccabile nel trucco, i capelli mossi, ma ordinati.

Vorrei portare i tacchi con grazia, sorridere con eleganza a chi mi giudica, avere la battuta pronta e una buona dose di autoironia.

Vorrei avere un supermercato bio economico e assortito dietro casa, a tre passi dal mio giardino curato di una casa normale vicino al centro e alla campagna, in una via laterale dove non passano le macchine, regna il silenzio e d’estate soffia una brezza leggera.

Vorrei comprare vestiti di cotone biologico e tessuti naturali nel negozio con il 70% di sconto sul prezzo outlet, il foulard di seta non può mancare!

Vorrei non dover far dipendere le mie scelte e i miei desideri dal mio conto in banca. E da tutti gli altri conti ben più salati che hanno la forma del “si è sempre fatto così”, “ho bisogno per forza di quella cosa”, “dipendenza da relazioni tossiche”.

Vorrei essere brava a fare i cosmetici in casa, perché se inizio a leggere l’INCI di un qualsiasi prodotto mi sento male.

Vorrei un’auto elettrica. E una casa ad impatto zero (no, le caverne non valgono).

Vorrei aver preso 10 kg in gravidanza, non avere smagliature e dormire la notte. Ma soprattutto vorrei che a correre sulla spiaggia accanto a me ieri oltre a Jack segugio degli scarafaggi, Diletta milleunanota e Lele eroe dei pasti all’ ultimo minuto, ci fosse stato anche Samuele Giovanni con i suoi ricci sbarazzini e il sorriso beffardo, per gli amici “dovevo fare le cose del Padre mio!”.. che poi, diciamolo, mica sarei arrivata qui così se non fosse per lui.

Vorrei essere politically correct , saper sempre cosa dire e come dirlo suscitando ammirazione in chi mi ascolta… e vorrei avere il coraggio di spiattellare tutta la verità e fine, in faccia, senza giri di parole, perché quello che scegli di farne con ciò che dico non è un problema mio.

Vorrei essere Albus Silente, Harry Potter ed Hermione Granger nello stesso momento. Anzi, ancor di più, vorrei essere anche Ginny Wisley.

Vorrei una vita normale, dicevo.

Il desiderio più grande e il più grande inganno.

Una vita normale in cui sarei perfetta, ma non sarei me.

Una vita in cui l’umano basta a se stesso e non incontra il divino.

E allora avviluppata, sola come nuda roccia dentro me stessa, anima irrequieta e sconfinata, guardo nel silenzio i miei desideri insoddisfatti.

E mi ricordo che nulla può riempire l’infinito se non l’Infinito stesso. L’indefinito, incompreso, anormale.

E questi sogni, desideri, queste scintille di vita me le metto in tasca, come piccole pietre che mi conducono nella buia notte alla strada di Casa.

Tu solo puoi riempire il mio vuoto.

Tu solo sai.

E se c’è un motivo per cui sono qui, così, adesso… me lo racconterai stando qui, così, adesso, con me… fino alla fine.

Mery

3 commenti su “Una vita normale”

  1. Bellissimo Mary. Sarebbe davvero tanto bello confrontarsi… Grazie per questa tua sincerità, molte cose in cui mi ci rivedo..
    Luci

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