Ciao uomini!
Eccoci qui! Dopo aver scelto la meta, decisi a partire per un viaggio alla (ri)scoperta dell’uomo che siamo…dobbiamo scegliere accuratamente cosa prendere con noi, no?
Per viaggiare liberi bisogna essere leggeri. Via tutte quelle cose che ci appesantiscono, che non ci parlano al cuore, che non parlano di noi! Lasciamo tutto ciò che non ci aiuta a fare verità su noi stessi, che ci distrae da quello che desideriamo essere e costruire, che semplicemente…appesantisce il passo! “Non portate borsa, né bisaccia, né sandali” (Lc 10, 4)
Proprio in questi giorni, con la mia famiglia, sto preparando un trasloco…non semplice, perché facciamo un pochetto di chilometri…e nel selezionare ciò che caricheremo e ciò che lasceremo mi sto rendendo conto di quanto il mio cuore è legato a cose che però…non uso mai, non guardo mai, non fanno parte della mia vita attuale.
Nell’eliminare ciò che davvero non mi serve più o nel venderlo/donarlo a chi ne ha più bisogno di me…sto provando una sensazione di grande liberazione!
Questo è il senso del viaggio, anche di quello che abbiamo appena iniziato insieme: liberarci! Gesù ci vuole liberi, liberi da ogni catena e da ogni gabbia che impedisce al nostro vero essere di fiorire, di sbocciare!
E allora, nel prendere fuori ricordi passati, scatole tenute in libreria e che non ricordavo nemmeno cosa ci fosse dentro…ho potuto rivedere tante foto, immagini, post-it…rileggere appunti, riflessioni e altro che ha caratterizzato il mio passato.
Fare memoria del passato, poter accedere a quello che siamo stati e che abbiamo ricevuto finora è un grande esercizio di misericordia e rinascita. Verso noi stessi e la nostra storia!
Facendolo, tiriamo la riga, tracciamo un filo che arriva ad oggi e facciamo i conto con ciò che Dio ha disegnato per noi, con noi, in noi. E…non tutto potrebbe essere piacevole. Non tutto potremmo definirlo un capolavoro, qualcosa di prezioso da custodire e portare sempre con sé. Però! Tutto, invece, è servito, serve e servirà. A cosa? Alla costruzione dell’uomo che sono oggi e che sarò domani!
Liberarsi e viaggiare leggeri è questo. Non eliminare tutto, non far finta che il passato non esista e lasciarlo alle spalle, fuggendo. Non stiamo scappando da nulla. Stiamo partendo, sì, da un punto mirando ad un altro, ma senza rinnegare nulla di ciò che ci ha riguardato…semplicemente facendo una bella pulizia e decidere cosa ci determina davvero oggi e che potrà farlo anche un domani.
Abbiamo detto che puntiamo al modello di uomo per eccellenza: Gesù. Benissimo! Per farlo, dobbiamo mettere in conto di passare inevitabilmente per il nostro essere uomini oggi, deboli, fragili, limitati. Feriti. Abbandonati. Alla perfezione di Gesù ci puntiamo, con calma…teniamo fisso lo sguardo là, ma camminiamo qua. Prima conosco me stesso come uomo, le mie origini, i miei modelli, da dove vengo, da chi vengo, dove sono cresciuto, chi ho frequentato, che attività o studi ho scelto di fare, che scelte di relazione ho fatto…analizzo come e quanto questo ha inciso e sta incidendo nella mia vita attuale. E mi ascolto.
Ogni guarigione, ogni cambiamento, ogni viaggio…parte dall’ascolto. Ascolto di tutto quello che di autentico ha parlato al mio cuore.
Questo ascolto ha le radici nel cuore e si manifesta nel corpo!
Cosa senti verso il tuo passato? Come ti senti rispetto all’uomo che sei oggi? Che domande ti porti dentro e che martellano la tua coscienza?
Che padre terreno hai avuto? Presente o assente? Sempre a lavoro o spesso a casa? Serio o giocoso? Severo o permissivo? Fisico o freddo? Attento o distratto? E chi più ne ha più ne metta…
Il papà che hai avuto inevitabilmente incide sull’uomo che sei oggi. Nell’educazione ricevuta potrebbe esserti stato imposto di essere in un modo, anche senza volerlo, piuttosto che essere aiutato a far emergere il TUO modo. Potresti ritrovarti non d’accordo su tanti aspetti con la figura paterna che hai avuto.
Questo non è affatto patologico e, anzi. Siamo chiamati, da figli, a staccarci dal padre e la madre se vogliamo andare alla sequela di Gesù! Lui è molto chiaro in questo! “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me.” (Mt 10, 37)
È tutto fisiologico ed è per questo che, volutamente o meno, hai osservato o stai osservando anche oggi modelli maschili differenti da tuo padre. Modelli che hanno qualcosa nel quale ti riconosci o che risvegliano qualcosa di vero in te. Potrebbe essere un insegnante, un sacerdote, un maestro di musica, un collega di lavoro…non importa chi, importa come ti attrae, per che cosa. Perchè lo cerchi, perchè lo imiti.
Tante volte, purtroppo, queste figure maschili potrebbero esserci per mancanza del papà biologico durante la crescita…altre volte per scelta.
Tutto questo significa semplicemente una cosa: ognuno di noi ha la propria specifica identità, la propria personale bellezza. Questa può sempre di più emergere per portare frutto!
La società oggi ci porta a credere che tu vali solo se produci molto. Vangelo significa “Buona notizia” e questa è che, invece, per Dio vali per ciò che sei! Tu sei qualcuno e sei chiamato ad affermarlo!
Allora, ricordi la domanda tema del corso? Tu, uomo, sai affermare chi sei?
Mettiamoci in ascolto attento del nostro passato e di quello che finora ha segnato la nostra identità. Mettiamoci in ascolto serio di ciò siamo nel profondo. Andiamo a cercare, con la memoria o grazie a cose che abbiamo conservato, dove ha pulsato il nostro cuore, per chi, per cosa. Andiamo a scrutare dentro di noi, nei nostri interessi, passioni, desideri. Spesso siamo portati a pensare che questi siano solo “venti di passione” che non portano a nulla…certo, se presi con leggerezza, senza la Parola di Dio, la preghiera e un discernimento, potrebbero davvero portarci fuori strada! Tuttavia, ciò che batte forte in noi e che resta nel tempo, potrebbe anche essere un punto di partenza di Dio con te. Il punto dal quale Lui desidera iniziare una storia con te…la tua storia di uomo!
Prendere consapevolezza di tutto questo è fondamentale e mette, appunto, le basi, solide, per partire!
Mi raccomando! Nel ripercorrere la tua strada, entra nel tuo corpo e senti ciò che ti comunica. Che sentimenti provi. Che dolori provi. Che ferite si aprono. Che gioia senti, che pace ti avvolge. Che umore ti prende. Che malattie o disturbi ti sono venuti nel tempo e che ti porti dietro. Se riesci, pensa se hanno coinciso con momenti particolari. Il corpo urla ciò che non riesci a dirti, ciò che l’animo vive…e ti manda segnali per guidarti!
Anche questi, da soli, non bastano…messi in preghiera e con un pò di tempo, si svelano meglio…e la pace profonda di Dio…quella è inconfondibile! Ti dona calore, gioia piena! Guarisce ogni cosa! Ti senti al posto giusto, al tuo posto nel mondo!
Buon lavoro!
Emanuele